Napoli, Luis Enrique fissa il prezzo: ingaggio da otto milioni

È la cifra richiesta dallo spagnolo disponibile ad allenare il Napoli

Luis Enrique
Inviato a Castel Volturno Il Napoli sta scandagliando vari fronti anche in questo caldo week end di fine maggio. E ci vuole tempo per esaminare tutte le opportunità. Ci...

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Inviato a Castel Volturno

Il Napoli sta scandagliando vari fronti anche in questo caldo week end di fine maggio. E ci vuole tempo per esaminare tutte le opportunità. Ci vuole tempo anche perché il prediletto, Vincenzo Italiano, è legato a un contratto con la Fiorentina che gioca la finale di Conference e lui, il patron, non vuole turbare i sogni dei viola. Unica cosa sicura: mai e poi mai De Laurentiis andrà in rotta di collisione con Commisso. Se i viola non danno il via libera, non ci saranno scippi o cose simili. Anche se il suo agente, Fali Ramadani, spinge per fargli fare il grande salto. De Laurentiis, venerdì sera in piazza del Plebiscito, è rimasto colpito dai tantissimi applausi rivolti a Spalletti e gli appelli (inutili, il tecnico ha già deciso) del pubblico a farlo restare al Napoli.

E non è escluso, quindi, che sia pronto a fare un’eccezione al tetto degli ingaggi, proprio per regalare un colpo di teatro. E dalla Spagna l’altro grande candidato alla panchina partenopea, Luis Enrique, ha frettolosamente messo le carte in chiaro: sarebbe pronto a sbarcare a Napoli ma chiede 8 milioni di euro netti (sono 11,5 milioni lordi per via dei benefici fiscali del decreto Crescita). Tanti, tantissimi. Ma è un cifra che non spaventa il patron azzurro, che era pronto persino a proporre un prolungamento a Spalletti di 8-9 milioni lordi nel caso in cui Luciano avesse mandato un segnale di distensione. Cosa che non è avvenuta e che non avverrà.

Luis Enrique, fin dai primi giorni nel casting di De Laurentiis, ha dalla sua il nome internazionale che tanto aiuta a mantenere il brand ai livelli altissimi raggiunti in questi anni. E sarebbe anche il coniglio dal cilindro magico perfetto (alla Benitez o alla Ancelotti, per intenderci) per far dimenticare velocemente un idolo delle folle azzurre come Spalletti, il tecnico del ritorno allo scudetto dopo 33 anni. Insomma, operazione che non è ancora decollata, ma che è lì e che tiene conto di un fatto non di poco conto: Luis Enrique sarebbe felice di allenare i campioni d’Italia, non ha detto di no. Per De Laurentiis una disponibilità non di poco conto. Insomma, Luis Enrique e Italiano (come il sole e la luna, chiaro) ma anche Thiago Motta e Sergio Conceiçao. Il cerchio pare ormai chiudersi attorno a questi quattro nomi.

Spalletti è rimasto colpito dall’ultima uscita di De Laurentiis sul palco di Gigi D’Alessio. Quello «stare qui è un privilegio e non è un obbligo» per un tipo col suo carattere non è una cosa semplice da mandare giù. Per certi versi, De Laurentiis scherza con una polveriera che è pronta a esplodere. E bisogna stare attenti: perché Spalletti potrebbe anche uscir fuori dall’angolo, lasciar perdere le ragioni diplomatiche e raccontare tutti (uno per uno) i suoi mal di pancia di questa stagione che ha vissuto proprio come se fosse un missionario. Dunque, Spalletti sa che De Laurentiis sarebbe pronto a fare un’offerta economica importante pur di trattenerlo. Ma per lui non ci sono margini, è fuori tempo massimo: più passano le ore più il suo addio è vicino. Si ferma un anno. Stop. Anche a chi comincia a gironzolargli attorno (offerte iniziano ad arrivare) non ha fatto che ripetere che intende concedersi una pausa.

Ora c’è solo questo distacco da Napoli che per lui è faticoso, doloroso. Ma inevitabile: «Non te ne andare», invocano anche alla stazione. Ascolterà stasera con la massima attenzione De Laurentiis ospite da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” e stavolta non le lascerà cadere eventuali frecciatine. Se è il caso, racconterà di questo anno pieno di incomprensioni, spiegherà anche che non ha senso lamentarsi per l’uscita ai quarti di Champions se alla vigilia del derby con il Milan si attacca la Uefa con veemenza come ha fatto De Laurentiis. Già, c’è la trasferta a Bologna: ironia della sorte, il match che chiuse praticamente anche il ciclo di Mazzarri (vinse 3-0 e regalò la Champions nel 2013).

Titoli di coda: dopo una stagione così esaltante, viene una certa malinconia a vivere questi giorni pieni di addii. Non ultimo, quello di Giuntoli: De Laurentiis è risentito, non vuole liberarlo. E lo sbandiera ai quattro venti. Ma alla fine lo farà andare via: 8 anni, uno scudetto vinto, quattro qualificazioni alla Champions non possono non avere un peso. 

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Il Mattino