Il 22 giugno 1986, trent'anni fa, l'Argentina di Maradona giocò ai Mondiali messicani la partita cpontro l'Argentina che sarebbe entrata nella storia per i gol...
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Scrive Maradona: «Quello che sto per raccontarvi l'avrete sicuramente già sentito mille volte. Ma queste foto non le avete mai viste. Credo che oggi non potrebbe mai accadere nulla del genere. La cosa sicura è che alla vigilia della partita contro l'Inghilterra, per i quarti di finale, non avevamo le magliette azzurre per scendere in campo. Prima di arrivare in Messico, la nazionale aveva cambiato molte volte la grafica delle maglie. Usammo modelli diversi nelle qualificazioni, a girocollo, con lo scollo a V, con le strisce più larghe o più strette. E ne usammo altri ancora per le amichevoli pre-mondiale. Anche in allenamento, nel Club America, usavamo ogni giorno modelli differenti. Maglie bianche, azzurre, rosse e celesti. E perfino i calzettoni ed i pantaloncini erano sempre diversi. E lo stesso ci capitò nelle partite ufficiali, durante il mondiale. Avevamo le maglie bianche e celesti di tessuto traforato Air-Tech, per scongiurare il caldo. Quelle azzurre invece erano spesse e pesanti. E quasi tutti le avevamo scambiate con gli uruguaiani. Io, la mia, la scambiai con Enzo (Francescoli). Poiché la partita con l'Inghilterra si sarebbe giocata a mezzogiorno, con 40 gradi, Bilardo voleva una maglia più leggera. E ne arrivarono alcune, proprio il giorno prima della partita. Vennero fatte varie prove. La prima versione aveva uno scudetto argentino di gomma. Sì, era di gomma, incollato sulla maglia e con i numeri bianchi sulla schiena. Ma alla fine ci decidemmo per uno scudetto cucito a mano con quattro punti, alla buona. E con dei numeri argentati di gomma, da football americano. Una pazzia, ma tant'è...».
Maradona racconta questo episodio nel libro «La mano di Dio», da oggi nelle librerie, scritto con Daniel Arcucci e pubblicato da Mondadori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino