C'è stato Maradona, tanto Maradona, nel trionfo dell'Argentina in Copa America. La Seleccion non la vinceva dal 1993 e quell'anno Diego non era in squadra perché era impegnato nella fase di recupero in vista del Mondiale del '94, l'ultimo suo atto calcistico, finito con la seconda squalifica per doping. Al Maracanà, contro il Brasile, è stato decisivo Di Maria, con un  pallonetto. Ma prima c'era stato un altro, doveroso, omaggio a Maradona, che del calcio sudamericano è il Simbolo, a maggior ragione adesso che non c'è più.

Si era commosso tutto il mondo per lo show che era stato tributato al Pibe quando è iniziata la competizione. E, prima della finale, i giocatori dell'Argentina hanno effettuato il riscaldamento sulle note di Live is Life. Ricordate? La stessa canzone che misero nello stadio del Bayern Monaco prima della semifinale di Coppa Uefa del 1989: ha fatto epoca quel video in cui Diego palleggiava con tutti gli angoli del suo corpo, le scarpette slacciate e la palla che non toccava mai terra. Ci piace immaginare che gli organizzatori della Copa America abbiano voluto fare questo omaggio all'Eterno. Sicuramente i ragazzi della Seleccion, in testa il capitano Messi formalmente da 11 giorni senza contratto (l'impegno col Barcellona è scaduto il 30 giugno e, prima di procedere al rinnovo, il club deve sistemare la propria situazione eonomica), hanno pensato a Maradona durante la festa. Sarebbe stato orgoglioso di loro e avrebbe ringraziato Messi, a cui è stato per anni contrapposto senza che il Campione lo volesse. Vedi, Diego, tu vincevi e lui no. Ma Diego era Diego e Lionel, forse, ha aperto una strada vincendo la Copa America.

Tra un anno e mezzo c'è il Mondiale in Qatar, Messi - a 35 anni - sarà all'ultimo grande evento della sua carriera e proverà a vincerlo, dopo la delusione del 2014 proprio in Brasile, finale persa contro la Germania. E lo dedicherebbe certamente a Diego.