Maradona, tutto il mondo in un libro dal calcio al cinema e alle canzoni

Maradona, tutto il mondo in un libro dal calcio al cinema e alle canzoni
Ignazio Senatore è uno psichiatra grande appassionato di cinema e calcio. Tra le figure che più ha amato, e ama, c'è quella di Diego Armando Maradona, a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Ignazio Senatore è uno psichiatra grande appassionato di cinema e calcio. Tra le figure che più ha amato, e ama, c'è quella di Diego Armando Maradona, a cui ha dedicato il libro “Maradona è il calcio” (Edizioni Sportitalia, prefazioni dei giornalisti Carlo Alvino e Paolo Del Genio). È un omaggio al Campione scomparso il 25 novembre 2020, con un collage cronistico di interviste di Diego, di interviste a personaggi che parlano di Diego, della sua rappresentazione nella vita di tutti i giorni anche attraverso film e canzoni. Leggendo il libro si comprende bene perché egli sia costantemente presente nei nostri pensieri.

Il professore Senatore aveva già scritto tanto di Diego quando realizzò con Salvatore Bagni l'autobiografia di uno dei suoi compagni e dei suoi amici più cari. Tra le tante parole di Maradona ci hanno colpito queste, che rappresentano la sintesi dei sette anni napoletani: «Sapevo perfettamente i problemi che aveva Napoli. La domenica per Napoli era uscire dalla sofferenza e da tutta una settimana di problemi. Ho solo un rammarico; quando me ne sono andato ero da solo, con due bambine che piangevano, Claudia che piangeva. Io mi dicevo che ero forte, ma avevo una forte voglia di piangere».

Diego andò via da Napoli nel '91, era il giorno di Pasquetta. Un solo dirigente del Napoli, il vicepresidente Francesco Serao (lo stesso che gli aveva anticipato la notizia della squalifica per doping dopo una partita a Genova), bussò alla sua porta ma nessuno aprì. Sarebbe per la prima volta tornato quattordici anni dopo, partecipando alla partita di addio di Ciro Ferrara: per il suo popolo fu l'occasione per stringerlo in un forte abbraccio e riaccendere quella follia che Kusturica avrebbe raccontato in un film.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino