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La vita di Diego Armando Maradona jr non è stata facile. Nato 37 anni fa dalla relazione tra Cristiana Sinagra e l'uomo più popolare del pianeta, fresco vincitore del Mondiale con l'Argentina, ha potuto ricevere l'abbraccio di suo padre soltanto a distanza di molto tempo, dopo battaglie legali, tensioni, lacrime. Diego jr coltivava il sogno di diventare assistente di papà Diego sulla panchina di una squadra argentina. Non ha potuto realizzarlo perché Maradona è morto il 25 novembre di tre anni fa in Argentina, mentre lui era ricoverato in ospedale a Napoli per Covid. Ma Diego jr ha deciso di continuare nel segno del padre, facendo l'allenatore.
Da questa stagione guida il Pompei, squadra di Eccellenza. È la città dove da un anno c'è una strada dedicata a Maradona, con tanto di murale realizzato dall'artista argentino Maxi Bagnasco. E' la città dove il papà di Diego jr si recava spesso, quando era il capitano del Napoli, con i suoi amici calciatori azzurri raccogliendo l'invito dell'amico Serafino Ciaravola per regalare giocattoli e sorrisi a piccoli orfani.
Ha spiegato la società: «Il post con gli screen degli insulti a mister Maradona l'abbiamo eliminato: ci siamo presi lo spazio necessario per lanciare un messaggio importante, il nostro obiettivo di sensibilizzare chi ci segue l'abbiamo raggiunto e non vogliamo che quella bruttezza resti a macchiare i nostri social. Noi siamo una squadra di calcio e in questo spazio celebriamo il calcio e ciò che genera: gioia, bellezza, emozioni, fratellanza, tutto ciò che cerchiamo di vivere pienamente ogni giorno e di trasmettere al nostro pubblico. Il messaggio però resta forte e chiaro: no al #cyberbullismo, no ad ogni forma di sopraffazione. Viva il calcio, viva lo sport, viva la passione, viva Pompei, viva Maradona». Vinciamola questa partita.
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