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È passato (quasi) un giorno, ma a vederli, sul gradino più alto del podio, mentre risuona l'inno italiano, sembra di rivivere in loop le stesse identiche emozioni di quei minuti che hanno fatto la Storia dell'atletica e dello sport italiano tutto. Marcell Jacobs e Gianmarco "Gimbo" Tamberi sono campioni olimpici, e ora hanno anche una medaglia al collo da esibire. Al termine della premiazione, è il centometrista a parlare: «Ora, con l'inno, sto realizzando cosa sta succedendo. Non chiudo occhio da ieri, non ci ho nemmeno provato. Essere qui sul gradino più alto del podio è una cosa che non avevo immaginato neanche nel migliore dei sogni».
Jacobs: «È un sogno, sposerò la mia compagna»
«Vivere questa cosa qui è emozionate. Sono contentissimo. Ho riguardato alla mia carriera, a tutte le difficoltà che ho dovuto superare e che mi hanno portato. È la cosa più bella che mi sarebbe potuto succedere», continua Jacobs, che poi pensa anche alla famiglia. «Ogni parte di questa medaglia è loro. Senza di loro non avrei fatto nulla di quello che ho fatto.
Il segreto è stata una grandissima forza mentale, e la sua mental coach: «Abbiamo fatto un lavoro fantastico con la mia mentale coach. Il mio approccio è cambiato quando abbiamo iniziato coi tornei indoor. Sono arrivato in finale concentrato, e volevo solo divertirmi». Perché non puntare al record del mondo di Bolt? «Mia madre ha detto che batterò il primto? Non è per niente un'esperta, 3 decimi sono veramente tanti. Lui ha fatto la storia dell'atletica e questi paragoni non facciamoli proprio. Sarà il mio allenatore a decidere il prossimo programma, poi vedremo», risponde ancora Jacobs.
«Con Tamberi ho perso a basket e vinto a F1 alla play station - racconta ancora il campione olimpico -. Avremmo messo la firma per ripetere i due ori degli indoor. E ci siamo riusciti. Siamo stati più bravi nonostante la concorrenza spietatissima. Siamo troppo contenti». E conclude parlando dell'affetto a valanga che è arrivato direttamente a Tokyo per lui: «I festeggiamenti? Non mi aspettavo di avere tutto questo tifo e così tante persone dalla mia parte. Ho sentito il supporto sempre, anche quando ero in pista».
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