«Si può fare», esclamava Gene Wilder in Frankeinstein Junior. «Si deve fare» è invece la risposta di Claudio Marchisio a chi gli chiede del...
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La Juve non rinuncia al pensiero stupendo di emulare l'Inter del 2010. Del resto Higuain segna anche più di Milito, Dani Alves pare Maicon e Mandzukic si sacrifica come il migliore Eto'o. Per sfamare la bulimia bianconera non basterà l'ennesimo scudetto: «Vogliamo tagliare il traguardo il prima possibile: venerdì in casa dell'Atalanta servono tre punti - ordina Marchisio -. Se arriverà il sesto titolo, sarà importante tanto quanto il primo. Ma finché non ci si ritira, non bisogna fermarsi. La Juve non molla mai».
Giusto, anzi doveroso puntare alla finale di Cardiff, pur non sottovalutando il Monaco: «È la meno blasonato delle quattro semifinaliste, ma va rispettato perché ha eliminato avversari importanti (City e Dortmund) e perché ha le carte in regola per arrivare in fondo», avverte il Principino che all'andata, il 3 maggio nel Principato, rimpiazzerà lo squalificato Khedira. Ventidue presenze tra campionato e coppe, meno della metà di Higuain (46). Chissà che il passaggio al 4-2-3-1, con uscita dall'undici titolare, non spinga Marchisio ad accettare le avances di Conte (sempre che resti al Chelsea), esperto nel rilanciare squadre e giocatori: ricordate la second life di Pirlo e Barzagli in bianconero?
Intanto, mentre Marotta monitora De Sciglio, separato in casa-Milan, Monaco-Juve è cominciata sul mercato. A detta dell'Equipe, sul gioiello Mbappé ci sarebbe anche la Signora, oltre a Psg, United e City. In pole c'è però il Real, pronto a investire un centinaio di milioni per assicurarsi la prima alternativa a Dybala, su cui si starebbero spegnendo i riflettori del Barcellona: «Paulo è straordinario - dice il diesse blaugrana Fernandez -, ma in attacco abbiamo già i tre migliori al mondo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino