Canottaggio, Di Costanzo sui social: «Obiettivo rimandato di un anno»

Marco Di Costanzo
«Il mio obiettivo non cambia, è solo rimandato di un anno, tocca a me arrivarci più forte» tuona Marco Di Costanzo (Fiamme Oro) nel suo motivational...

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«Il mio obiettivo non cambia, è solo rimandato di un anno, tocca a me arrivarci più forte» tuona Marco Di Costanzo (Fiamme Oro) nel suo motivational rilanciato dalla Federcanottaggio mentre è intento ad attaccare l’acqua. Tokyo 2020 passa al 2021, e il ragazzo napoletano, qualificatosi per il Giappone con il quattro senza, mira comunque ad esserci. Sono passati solo quattro anni da quando l’alfiere delle Fiamme Oro – forgiato dalle mani di Mimmo Perna in quella fucina di talenti che è il CN Posillipo – ha conquistato il bronzo olimpico a Rio con Giovanni Abagnale (Marina Militare), ma Marco è uno che di cinque cerchi se ne intende visto che alla sua prima Olimpiade in generale, quella giovanile a Singapore disputata sempre in due senza, vi partecipò addirittura 10 anni fa, nel 2010. Una presenza che fa di Di Costanzo, 28 anni a giugno, il più esperto in fatto di Giochi Olimpici tra gli azzurri sin qui qualificatisi per Tokyo. Non male per un ragazzo avvicinatosi al canottaggio per volontà di imitare il fratello Fabio – oggi membro dello staff tecnico del CC Napoli – e che ha sempre dovuto bilanciare un fisico normale per un canottiere (alto 184 cm per 89 kg, per sua stessa divertita ammissione l’indoor rowing non è il suo forte, anche se ora su Instagram, social dove è seguitissimo con i suoi quasi 40 mila follower, iniziano ad apparire i suoi scatti al remoergometro) con l’allenamento e uno spiccato portamento per il canottaggio. 


Forse è troppo presto per sapere se il campione mondiale assoluto 2015 in quattro senza ad Aiguebelette un giorno scriverà un libro di amore/odio sul canottaggio sulla falsa riga del suo volume preferito, quell’“Open” del tennista americano Andre Agassi – otto titoli del Grande Slam in carriera e l’oro olimpico ad Atlanta ’96 – che dice molto sul rapporto conflittuale che uno sportivo di alto livello può vivere con la propria disciplina. Di sicuro questo ulteriore anno che lo separa da Tokyo lo vivrà con l’obiettivo fisso in mente, lo sguardo alto e la colonna sonora de “Il Gladiatore”, il suo film preferito, ad accompagnarlo da qui al Giappone. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino