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«C'è uno sguardo oltre le sbarre che guida questi giovani. Li ho visto felici parlare del Napoli, del calcio mentre indossavano le maglia di alcuni dei loro calciatori preferiti e mi chiedevano curiosità su come si diventa procuratori». Mario Giuffredi, il manager napoletano, ieri è stato nel carcere minorile di Nisida, portando in dono per tutti i ragazzi detenuti nell'istituto penitenziario, le magliette autografate del capitano Di Lorenzo, di Mario Rui e di Politano. Sessanta maglie ufficiali regalate e consegnate in vari momenti, nella aule dell'Istituto. «La prossima volta verranno anche loro quando saranno campioni d'Italia e appena ci sarà la certezza del traguardo in campionato. Hanno firmato le maglie felici, sapendo a chi erano destinate e mi hanno detto di salutarvi e che torneranno con me per conoscervi», dice ancora Giuffredi nel corso del lungo pomeriggio in cui è stato accolto da direttore Gianluca Guida e del suo vice Ignazio Gasperini che lo hanno accompagnato nel viaggio in questo luogo unico. In passato, tante volte i giocatori azzurri sono stati qui: Mertens, Hamsik, Paolo Cannavaro, Iezzo, Pavoletti e altri. E così Giuffredi ha trascorso un paio di ore a rispondere alle domande dei ragazzi che scontano la loro pena nell'isola che guarda su Capri, Posillipo e i Campi Flegrei. Pene che non sono per reati di poco conto. Con Giuffredi anche Salvatore Cirillo, il patron di Zeus, che ha voluto omaggiare i giovani carcerati con numerosi capi di abbigliamento sportivo.
Un pomeriggio diverso per questi ragazzi che le storie di Mare Fuori e i monologhi di Sanremo hanno portato alla ribalta anche se non sembrano fare i salti di gioia per tutte queste attenzioni. «La partita del Napoli è il momento che unisce tutti più che altri programmi o serie televisive - dice ancora Giuffredi - si incontrano nella sala e guardano il calcio anche in compagnia degli agenti penitenziari.
Il Mattino