Tregua si, ma pur sempre armata. Ad Austin il giovedi pre-gara prometteva scintille di guerra davanti ai microfoni, ed invece, la realtà è che da entrambe le parti,...
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Poco dopo, è stato il turno di Valentino Rossi: "Dobbiamo pensare ad andare avanti, c'è un gran premio difficile come quello di Austin. Il mio pensiero su quanto accaduto l'ho già espresso e rimane lo stesso". Non si sbilancia troppo il pilota di Tavullia, rimarcando ancora una volta, tra le righe, come la questione debba essere presa in mano dalla Safety Commission,dagli organi preposti: "Non so se cambierà il metro di giudizio in merito a dei contatti del genere. Ezpeleta ha detto che ci vuole parlare ma non so cosa ci vorrà dire. L'ho sentito pochi giorni fa e gli ho riferito quello che pensavo. Marquez in probation? Non lo so, non spetta a me decidere". Zarco in conferenza stampa ha riferito come Rossi da un lato e Marquez dall'altro siano come due dei, dunque difficili da giudicare con serenità. E qui la risposta di Rossi è sibillina: "Non so questo, ma a me in passato hanno penalizzato sempre"; il riferimento a quanto accaduto a Sepang nel 2015 è evidente.
La MotoGP dunque cerca di abbassare i toni, seppur con una tregua armata. Non si tratta di pace, e questo lo si evince anche da come praticamente nessun pilota si sia schierato da una o dall'altra parte. Nessuno si è esposto più di tanto. Tranne Jack Miller in conferenza stampa, proprio sulle tensioni degli ultimi giorni: "Voglio ricordare quanto accaduto tra Simoncelli e Pedrosa e come andò a finire". Il riferimento fu alle polemiche così aspre che l'italiano dovette giungere a Barcellona con la scorta. "In questi giorni ho visto tante persone prendere posizioni e sperare in una lotta in pista tra i piloti. Questa è una cosa stupida perché noi siamo qui a rischiare la vita e ricordo a tutti che la vita è breve". Applausi in sala stampa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino