Forte e acuto, come il mare in tempesta. Pugni chiusi e urlo liberatorio al centro del tatami, poi l’abbraccio vigoroso con il maestro-mentore Gianni Maddaloni. Torino e...
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«Ho passato un periodo un po’ buio, adesso i risultati si stanno vedendo, spero di fare bene anche in campo internazionale. Dedico la vittoria al maestro Maddaloni, a tutti ragazzi della palestra che mi sono stati vicini, ai miei genitori Enzo e Donato, a mio fratello Fabrizio». Finale conclusa con ippon. «I risultati sono il raccolto di quanto seminato. Non mi accontento mai e intendo dare sempre il meglio». In Piemonte, invece, Esposito (nelle foto di Giorgio Gagliano ed Emanuele Castagna) risolse per wazari la finale contro Carola Paissoni (Esercito), aggiudicandosi per la prima volta gli assoluti: rivincita consumata contro l’avversaria che lo scorso anno la costrinse ad accontentarsi del terzo posto. «Volevo togliermi i sassolini dalle scarpe. Nel 2018 con Paissoni persi per tre shido e invece quest’anno ho vinto per wazari, dimostrandole in pratica di essere più forte».
Si ripropone nel judo, come nel calcio, la sfida Napoli-Torino, con esito diverso. «Abbiamo battuto sia agli assoluti che al centro sportivo San Filippo due ragazze dell’Akyama e ho superato nuovamente la stessa avversaria già regolata nel primo incontro sempre agli assoluti». Scatta in piedi dalla sua postazione Maddaloni e si complimenta con la «tigre» di Scampia. Prossimo impegno l’European Cup di Leibnitz, in Austria. Per scrivere nuovi avvincenti capitoli del judo in rosa, azzurro se preferite.
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Il Mattino