Champions, panchine roventi: solo Gasp e Pioli certi di restare

Champions, panchine roventi: solo Gasp e Pioli certi di restare
Gli spifferi sono forti, arrivano dappertutto. C'è tanta aria sulle panchine della serie A, mica solo su quella di Gattuso. Tranne Gasperini e (probabilmente) Pioli che...

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Gli spifferi sono forti, arrivano dappertutto. C'è tanta aria sulle panchine della serie A, mica solo su quella di Gattuso. Tranne Gasperini e (probabilmente) Pioli che probabilmente sono al riparo dai dubbi, le turbolenze travolgono proprio gli allenatori delle squadre in corsa per la Champions. Chissà che peso avranno sulla volata di primavera il fatto che in tanti non sanno se il prossimo anno alleneranno la stessa squadra di adesso. Perché non è solo Gattuso che vive giorni strani, ma anche Fonseca, Inzaghi e Pirlo sanno bene che il loro futuro in fase di dibattimento. Insomma, del doman non v'è certezza. 

Tolta l'Inter di Conte dalla bagarre (ha un rassicurante +12 dal quinto posto) per il resto sono tutte in ballo: Stefano Pioli ha in realtà 7 punti di vantaggio dal Napoli (ha il vantaggio degli scontri diretti) e questo lo pone in buone condizioni. Motivo per cui un eventuale capitombolo, rischia di rimettere in discussione la permanenza di Pioli. Il Milan non conquista la qualificazione in Champions dalla stagione 2013/14. E Pioli, che pure da calciatore di gare in Coppa Campioni ne ha giocate 8 (pure una in Intercontinentale nel 1985, quella vinta dalla Juve ai rigori contro l'Argentinos Juniors, quando prese il posto di Gaetano Scirea) fa bene a stare attento. Da allenatore non ha mai strappato il pass ma ci è andato vicino: nel playoff del 2015 quando però venne eliminato dal Bayer Leverkusen. Insomma, sarebbe la prima volta per Pioli. Così come per Gattuso, che al Milan due anni fa ci andò davvero vicino e la mancò di un solo punto (a 9' dalla fine del campionato fu un gol di Keita in Inter-Empoli a cancellarne il sogno). Da calciatore di gare nella coppa dalla grande orecchie ne ha giocate 79 mentre da allenatore si è seduto due volte in Champions, lo scorso anno col Barcellona. E lo stesso vale per l'esordiente Pirlo: sicuro che senza Champions continuerà a essere l'allenatore della Juventus? Per molti, il suo destino sarebbe segnato a prescindere, nel senso che la Juve si avvia a cambiare per il terzo anno di seguito l'allenatore, ma è chiaro che un conto è farlo con il pass per la Champions e un altro senza. Lui, Pirlo è quello che la Champions la conosce meglio: per averla vinto come Gattuso, certo, ma per averla giocata la bellezza di 108 volte. Insomma, per Pirlo e Gattuso la Champions è come il salotto di casa. Ma un conto era da calciatore, un conto è adesso, da allenatori. Dove è ancora tutto una fatica. Anche il lasciapassare per la successione in casa Lazio e Roma sembra indipendente dal quarto posto: Lotito e Inzaghi si vedranno nei prossimi giorni e quindi il destino di Simone verrà deciso prima del verdetto in campionato. Di sicuro, la qualificazione dello scorso anno ha qualcosa di storico per Inzaghi junior: motivo per cui è in cima alla lista dei desideri di De Laurentiis. Sempre che su Gattuso non ci sia un ravvedimento. Inzaghi era all'esordio quest'anno, mentre di esperienza ne ha (eccome) Fonseca, capace di conquistare il pass per l'Europa che conta sia con il Porto che con lo Shakhtar Donetsk (ben due volte). Ed è andato via dall'Ucraina lasciando la sua ex squadra ancora in Champions. Insomma, con le sue 20 partite da allenatore nella vecchia coppa dei campioni, è quello con più esperienza. E dietro di lui, c'è l'unico che è blindato e non rischia nulla. Comunque vada a finire. Ed è Gasperini. 18 panchine in Champions e da Bergamo non andrà via neppure quest'anno. Con questi presupposti si prospetta un valzer senza precedenti. Con vista sulla Champions. Ma senza la sicurezza che la Champions porti con sé il contratto. Inzaghi, Fonseca, Pirlo e Gattuso, in questo, sono nella stessa barca. 

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Il Mattino