Inibito per 30 mesi il co-presidente della Puteolana Danilo Leone, «con preclusione da ogni rango e/o categoria della FIGC». La stangata arriva dal Tribunale Federale...
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Ad incastrarlo, oltre che il dirigente ed il calciatore dell'Olympia Agnonese aggrediti fisicamente, anche il referto arbitrale.
Leone - questa estate ad un passo dal rilevare la Nocerina con Corrado Del Giudice - non ricopriva all'epoca dei fatti alcuna carica ufficiale nell'organigramma del Campobasso, tuttavia «in diversi articoli di stampa era indicato come dirigente della società». Non sono valse a smontare gli elementi acquisiti nemmeno le dichiarazioni dell'allora presidente del Campobasso Giulio Perrucci, secondo cui «Leone non aveva alcun tipo di rapporto con la società e che non era mai stato autorizzato a rilasciare dichiarazioni in nome e per conto della società stessa... che seguiva le partite della squadra come tifoso e che, essendo stato in precedenza inibito su provvedimento degli Organi di Giustizia Sportiva, non frequentava più lo stadio».
Dal canto suo, Leone, precisato di non «ricoprire nella società alcun ruolo... essendo la persona che, in quanto sponsor, pagava le spese di trasferta della squadra», si era difeso da ogni accusa sostenendo di essere entrato in campo al termine della gara «per cercare di ricreare la calma ed evitare che la situazione degenerasse», negando «di aver usato le mani».
La Procura Federale, richiamata «la decisione del Tribunale Federale Territoriale della Campania del 12.12.2016... che aveva comminato a Leone l'inibizione di anni quattro, non impugnata e divenuta pertanto definitiva», ha dunque proceduto al deferimento dell'attuale co-presidente flegreo, in quanto «all’epoca dei fatti persona che svolgeva anche pubblicamente attività rilevante all’interno e nell’interesse della SSD Città di Campobasso... poiché, sebbene fosse inibito, partecipava attivamente alla gestione societaria... perché al termine della gara in oggetto era entrato sul terreno di giuoco, aveva insultato e minacciato l’arbitro, che aveva accusato di aver concesso un ingiusto rigore alla squadra avversaria ed aveva colpito un dirigente ed un calciatore della squadra suddetta, così scatenando una rissa tra i tesserati delle due squadre, che avrebbe potuto determinare fatti di violenza all’interno ed all’esterno dello stadio tra le opposte tifoserie».
Il Tribunale, ritenendo provati i fatti oggetto del deferimento, ha dunque accolto il deferimento, comminando a Leone la sanzione dell'inibizione di 30 mesi, derivante dalla precedente inibizione00. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino