ROMA. La «piccola grande donna» Annarita Sidoti, come la chiamavano gli amici di sempre nella sua Gioiosa Marea, ha perso l’ultima gara, la più lunga e dura anche per una...
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«Mamma, campionessa, italiana che ci ha reso orgogliosi. Un pensiero per la famiglia di Annarita Sidoti», ha twittato il premier Matteo Renzi. Il suo nome, il suo sorriso, divennero famosi per la prima volta nel 1990, quando a soli 21 anni vinse l’oro continentale nella 10 km di marcia a Spalato, allora Jugoslavia. Ebbe modo di raccontare a tutti dei suo inizi, del lavoro con il tecnico Coletta, rimasto sempre lo stesso, di una passione diventata occupazione per l'ultima di quattro sorelle, figlie di una casalinga e di un pensionato statale, di studi universitari, della passione per la natura. Dopo quella medaglia ne ha inanellate molte altre, dalle Universiadi del 1991 a Buffalo (bronzo), all'argento sempre nella 10 km all'Europeo di Helsinki 1994, fino all'oro mondiale di Atene nel 1997 e al secondo continentale di Budapest 1998.
«È una giornata tristissima per l'atletica italiana - afferma il presidente della Fidal, Alfio Giomi - Le medaglie della Sidoti sono storia del nostro sport. È stata una delle più grandi campionesse dell'atletica italiana, una delle più vincenti in assoluto, una colonna della marcia in Italia». Un decennio di grande sport, di grandi risultati ma anche di impegno: fu assessore comunale del suo paese e nel ’97 andò a Palermo sulla tomba di Joseph O’Dell (giustiziato quell'anno negli Usa e poi seppellito nel capoluogo siculo, ndr) per testimoniare contro la pena di morte e la mafia. Nel 1999 esordì anche nel cinema, con il film «Le complici» di Emanuela Piovano, storia al femminile in cui l'atleta scambiava un tenero bacio con l'altra protagonista, Antonella Fattori.
Annarita Sidoti si è trovata infine a lottare per la vita, tra interventi, terapie, piccole vittorie e ricadute. Con coraggio ha anche raccontato la sua esperienza, per dare forza ai tanti che vivevano la sua stessa condizione. Aveva promesso di vincere, stavolta non ce l’ha fatta. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino