Morto Mauro Bellugi, quando disse: «A Napoli ho lasciato il cuore»

Bellugi con la divisa del Napoli durante un allenamento nella stagione 79/80
Un anno solo al Napoli. Eppure in quella stagione, ‘79/80, Mauro Bellugi lasciò il segno. E Napoli lasciò il segno in lui. «A Napoli ho lasciato un pezzo...

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Un anno solo al Napoli. Eppure in quella stagione, ‘79/80, Mauro Bellugi lasciò il segno. E Napoli lasciò il segno in lui. «A Napoli ho lasciato un pezzo di cuore: sono rimasto a giocare solamente un anno,  sotto Vinicio, ma è un’esperienza che mi ha cambiato la vita. Ho dato tutto me stesso anche in quell’avventura e la gente lo ha capito: quando vado a Napoli urlano ancora il mio nome e l’affetto e l’amore è contraccambiato: vivrei a Napoli tutta la vita anche se ho giocato più anni a Bologna e nell’Inter». 

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A Napoli per esempio, il 20 ottobre ‘79, fu artefice della sfida con Paolo Rossi, altro campione andato via troppo presto nei mesi scorsi, che non vide palla. Sino a quando sfuggiì a Bellugi, impeccabile per tutta la gara, che lo atterrò a un quarto d’ora dalla fine. Era la gara dei fischi dei 90mila a Pablito, Che segnò su rigore. Damiani impattò sempre dal dischetto. Ma era un Napoli che segnava con il contagocce. Dietro, però, gli azzurri erano veramente forti, con Ferrario, Bruscolotti, Tesser, Volpecina, Raimondo e Vincenzo Marino. Luis Vinicio, che fu esonerato a tre giornate dalla fine per Sormani, provò proprio con Bellugi i primi rudimenti di quello che poi divenne il calcio moderno, tra l’esempio olandese e l’affermazione di Sacchi: o’ lione provo ad allineare Mauro a Ferrario quanto più possibile. Ma andò via prima della fine del campionato e Bellugi lo imitò nell'estate seguente. 

 

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Il Mattino