Mourinho contento a metà: ok i tre punti a Salerno ma ora vuole Belotti

Mourinho a Salerno
Il messaggio è duplice. Al campionato e alla società. Vincendo a Salerno e ribadendo la solidità difensiva (ormai è diventato il marchio di...

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Il messaggio è duplice. Al campionato e alla società. Vincendo a Salerno e ribadendo la solidità difensiva (ormai è diventato il marchio di fabbrica della sua squadra con la nona gara del 2022 senza subire reti), Mourinho lascia intendere alle rivali in serie A che - aspettando la Roma 5 stelle - quella della classe operaia (con alfiere Cristante) basta e avanza. "La squadra mi è piaciuta", è l'input dello Special. Anche perché non accadrà sempre che Zaniolo (comunque travolgente) possa sbagliare tre gol a tu per tu con il portiere avversario, Dybala cogliere un palo e Abraham andare molle sul più facile dei tap-in. A Ferragosto ci si può accontentare anche di una vittoria di misura che serve per non esaltarsi troppo e capire come la stagione che attende i giallorossi sarà foriera di trappole disseminate un po' ovunque. Ma l'altra missiva recapitata nel post-gara di Salerno da José fa addirittura più rumore. Perché se alla vigilia le sue considerazioni sul mercato ("Ci siamo rinforzati, spendendo soltanto 7 milioni, anche se lo hanno fatto anche le altre. Candidati allo scudetto? Non racconto storie. Allora lo è anche la Lazio che ha speso 39 milioni...") somigliavano molto al solito gioco linguistico per togliere pressione alla squadra, da ieri sera si è capito che c'è qualcosa in più. Mou è realmente insoddisfatto. O meglio: ha capito che con poco, la squadra potrebbe diventare completa e competere per una stagione con orizzonti ignoti.

GALLO IN ATTESA

Non è quindi passato inosservato come a Salerno, con una squadra che perdeva di minuto in minuto profondità, abbia rinunciato a schierare sia Shomurodov che Felix (ritenendoli ormai fuori dal progetto tecnico), inserendo prima Matic e poi Wijnaldum e soprattutto lasciando in campo Dybala, in debito d'ossigeno dopo l'ora di gioco. Ma poi, non pago, è stato ancora più diretto nel post-partita: "Il Manchester City, il Liverpool o qualche italiana cambiano attaccanti di alto livello con altri di pari valore. Matic e Wijnaldum hanno concluso la gara non come volevamo noi. Perché avevamo bisogno di un attaccante fresco che arrivasse e subito segnasse lil secondo gol, chiudendo così i giochi". Chissà quanto saranno fischiate le orecchie a Belotti, che ormai attende da un paio di settimane che si sblocchi la cessione di Shomurodov per correre a Trigoria (attenzione però al Nizza e al Galatasaray). Ma c'è da scommetere che qualche sibilo sia arrivato anche ai Friedkin e a Pinto che, sollecitato prima del fischio d'inizio, si è trincerato nel solito cliché "di mercato parliamo il 2 settembre". La speranza di Mou è che per quella data la Roma sia completa. Perché Salerno lo ha dimostrato: si può essere molto più forti degli avversari ma poi le partite si vincono grazie ai dettagli. O a un gol 'sporco'. Cristante insegna.

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Il Mattino