Mourinho: «Un grande legame con i Friedkin, tanto lavoro da fare»

Mourinho: «Ho sentito un grande legame con i Friedkin. Avremo tanto lavoro da fare»
«La Roma è il mio futuro». Per la prima volta da quando è diventato allenatore dei giallorossi, Josè Mourinho parla della sua avventura nella...

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«La Roma è il mio futuro». Per la prima volta da quando è diventato allenatore dei giallorossi, Josè Mourinho parla della sua avventura nella capitale che comincerà a partire dal 6 luglio, giorno del raduno: «Ho sentito un grande legame con i Friedkin. Non è solo la sensazione di lavorare per loro, ma con loro. Ho apprezzato il modo in cui hanno approcciato, questo mi è piaciuto molto. Ci sarà tanto lavoro da fare. Zoom rende le cose facili. Non mi piace telefonare, mi piace vedere le persone», ha detto al programma Late Show di James Corden. Lo Special One ripercorre parte della sua carriera assieme al conduttore, partendo dall’ultima esperienza al Tottenham e la serie “All or Nothing” su Amazon in cui club ha aperto le porte alle telecamere: «Ne ero informato, ho detto che avrebbe disturbato il nostro lavoro, ma sarebbe stata una buona cosa per il club». Poi, l’addio e la possibilità negata di giocare la finale: «In carriera ho vinto 25 trofei e mezzo. Il mezzo è la finale che non ho disputato con il Tottenham. Sarebbe stato un sogno avere la possibilità di vincere un trofeo con un club che non ne ha molti».

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Mourinho e la vita privata

Mourinho descrive anche della sua vita privata e l’ossessione per lo sport: «Sono un ragazzo molto complicato. Sono totalmente assorbito dallo sport. Sarò dipendente dalle Olimpiadi. Sono dipendente dalla F1, sono dipendente dal tennis. C'è uno sport che ancora non capisco, il cricket. Quando lavoravo per Sir Bobby Robson, non riuscivo a capire quanto amasse il gioco, perché non capivo il gioco. Il mio cibo preferito è la carne anche se vengo da una città di pescatori, i cantanti preferiti Bryan Adams, Bruce Springsteen e gli U2. La città che amo? Setubal, la mia città».

Sulla Superlega: «Sapevo che il progetto era in preparazione e che sarebbe uscito. Il modo in cui le persone hanno reagito è stato incredibile. Sono un amante del calcio. Mi sono emozionato per quella reazione». Tra i club che hanno aderito e poi fatto un passo indietro anche il Manchester United, allenato dal portoghese dal 2016 al 2018: «Quando abbiamo vinto l’Europa League e la coppa, ho pensato che per il passo successivo i giocatori che avevo non sarebbero stati sufficienti. In quella stagione le persone dicevano "Grande stagione, siete arrivati secondi". Io dico "Siamo secondi, è una brutta stagione"».

 

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Il Mattino