Mourinho, cosa farà adesso?: «Voglio restare, ma merito di più». E lancia la medaglia d'argento sugli spalti

Le parole dell'allenatore dopo la partita persa con il Siviglia

Mourinho: «Rimango a Roma? Devo parlare con il club». E lancia la medaglia d'argento sugli spalti
Anche in una notte del genere è riuscito a essere Special. Sì, perché con 20mila increduli sugli spalti a Budapest, altri 55mila a Roma in un Olimpico...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Anche in una notte del genere è riuscito a essere Special. Sì, perché con 20mila increduli sugli spalti a Budapest, altri 55mila a Roma in un Olimpico popolato di maxischermi e una squadra a pezzi, fisicamente e psicologicamente, ha tirato fuori il coniglio dal cilindro. Come aveva fatto con Dybala, in campo, qualche ora prima. Stavolta la sorpresa è di quelle che ti spiazza ma che strappa allo stesso tempo un sorriso. José Mourinho l'ha fatta a tutti un'altra volta: «Rimango, non me ne vado, resto qui con voi» è il succo del discorso che ha fatto prendendo i suoi ragazzi, riunendo la famiglia sotto il settore di innamorati con le lacrime agli occhi. I rigori, ancora loro, a spegnere sogni di gloria. Ma non la voglia di riprovarci. Con la sua squadra: «Io ho ancora le mie cose a Trigoria ma adesso è il momento di parlare con la proprietà - proseguirà poi in sala stampa - L'ultima volta è stata a dicembre, quando mi ha cercato il Portogallo, poi non ho avuto più nulla. Merito di più, anzi meritiamo di più. Voglio lottare con questa squadra ma sono stanco di dover fare troppo. Lunedì vado in vacanza e durante le vacanze mi riposerò. Ripeto, voglio rimanere, ma voglio lottare per qualcosa in più. Sono un po' stanco di essere allenatore, uomo della comunicazione, di essere la faccia che dice "siamo stati derubati". Sono un po' stanco di essere tanto. Ma io voglio rimanere con le condizioni per dare di più». È la carezza che lenisce lo schiaffo ricevuto dall'ultimo rigore di Montiel. La speranza alla quale ci si aggrappa per mandare giù l'ennesimo colpo basso. Non era mai arrivato ai rigori nelle cinque finali internazionali che aveva vinto in carriera. Il dischetto, e la sesta, gli sono stati fatali.

 

Dybala in lacrime al termine di Siviglia-Roma: il gol dell'argentino (in campo per 67 minuti) non è bastato

 

Mourinho, voglia di rivalsa

Ma c'è voglia di rivincita. E lo ha fatto capre rincorrendo l'arbitro Taylor in zona mista, sino al Van, accusandolo degli errori effettuati durante la gara. Ma per un vincente è il domani quello che conta. Oggi, nella testa di José, è già ieri. La sua permanenza potrebbe indurre anche la Joya a restare. Con buona pace di quella clausola rescissoria che spaventa tanto i tifosi romanisti. A proposito di Paulo, Mou torna sulla pre-tattica che lo ha avvicinato alla finale: «Io non l'ho nascosto. L'ho fatto solo negli ultimi 2-3 giorni. Perché era infortunato davvero in modo grave. Paolino ha fatto un'entrata complicata, poi quando vedi Dybala giocare capisci che con lui negli ultimi due mesi i nostri risultati sarebbero stati diversi. Ha pianto? Ci sono modi diversi di reagire. Io di solito piango quando vinco e non quando perdo. Sono modi diversi di reagire. I ragazzi sono morti fisicamente perché hanno dato tutto. Abbiamo giocato 150 minuti, nel primo tempo 7 minuti di recupero. Sono reminiscenze del Mondiale. Ma è bello vedere i ragazzi tristi, mi piace, perché significa che dentro hanno qualcosa. Dico sempre che il giorno in cui non sentirò più la sconfitta andrò a casa. Il prossimo anno continua la festa. Dybala ci sarà? Non lo so, deve chiedere a lui. Non è vincolato a me. Lui è giocatore della Roma e non di Mourinho».

 

 

Il percorso

Sono state due stagioni memorabili per quello che Mourinho ha rappresentato per la Roma e per la gente della Roma. José si è calato perfettamente nel popolo, diventato presto suo. Ha parlato il linguaggio dei tifosi, si è seduto accanto a loro. Ha creato un gruppo di uomini, senza quei fuoriclasse che hanno costellato la sua carriera e l'ha fatto diventare una squadra vera. Un monolite, capace di respingere i nemici e di assorbire i guai (e quest'anno sono arrivati in serie, specie dall'infermeria), trasformandoli in motivazioni, in novità, in idee. E ora, nella serata più difficile, è pronto a ripartire. La palla passa ai Friedkin. Farselo scappare sarebbe un altro ko. Paradossalmente ancora più doloroso.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino