Roma, Nainggolan: «Fumo e non mi nascondo. Ma quale Premier, sto bene qui»

Roma, Nainggolan: «Fumo e non mi nascondo. Ma quale Premier, sto bene qui»
La città lo ha stregato, con il suo video anti-Juve è diventato l’idolo di migliaia di tifosi e anche se l’adeguamento sullo stipendio tarda ad arrivare,...

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La città lo ha stregato, con il suo video anti-Juve è diventato l’idolo di migliaia di tifosi e anche se l’adeguamento sullo stipendio tarda ad arrivare, Radja Nainggolan non nasconde la sua passione per la città: «Qui la mia famiglia è felice ed anche il tempo è spesso buono. A volte si fanno scelte per il denaro, altre invece per la qualità della vita, che per me è importante», ha detto il Nija durante una conferenza stampa in ritiro col Belgio. Conte lo ho chiamato a Londra, ma Radja ha risposto no grazie: «Se andassi in Inghilterra dovrei ripartire ancora da zero. Un’esperienza in Cina? Attualmente no, ma non si può mai dire no prima. Bisogna vedere al momento». Nainggolan è tra i migliori in rosa e con 3340’ in campo è il calciatore più utilizzato da Spalletti: «Ho fatto 12 gol, ma spesso si guardano solo le statistiche per cui solo chi segna è il migliore. Ma se sto facendo così bene è anche grazie al lavoro della squadra. Gioco in un ruolo che mi piace, agisco più avanti, ma sono sempre un centrocampista, anche se sono il primo pressatore della squadra».


IL VIZIO
Le sigarette gli hanno creato qualche problema, specialmente in nazionale. Un vizio che Nainggolan ammette di avere senza nascondersi: «Non mi vergogno perché fumo e non ho mai nascosto questa mia abitudine. So che dovrei dare normalmente il buon esempio, ho dei figli… Ma devo solo fare il mio lavoro, io sono un calciatore e questo è quello che faccio. Tutti sanno che fumo e non lo posso nascondere, ma non me ne vergogno». In chiusura una battuta sulla nazionale e la mancata convocazione di fine 2016: «Mi ha deluso molto non essere stato chiamato dopo il buon Europeo. Sono una persona che senza mezzi termini dice ciò che sente, così della mia delusione non ne ho fatto un segreto. L’allenatore avrà avuto le sue ragioni per non chiamarmi, ma ora guardo avanti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino