Napoli-Atalanta, tante assenze ma una presenza: il carattere c'è

Napoli-Atalanta, tante assenze ma una presenza: il carattere c'è
Il Napoli perde con l'Atalanta, perde il primato e perde pure a centrocampo l'unico in grado di menare mazzate. E allora, perché non si è tristi?...

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Il Napoli perde con l'Atalanta, perde il primato e perde pure a centrocampo l'unico in grado di menare mazzate. E allora, perché non si è tristi? Perché non ci sta il dolore, la sofferenza, il dispiacere? È semplice: perché, anche se il risultato parla di una sconfitta, ieri sera il Napoli ha vinto. Almeno contro se stesso. Sarebbe sbagliato, infatti, oltre che intellettualmente disonesto, valutare la partita di ieri sera con l'Atalanta senza considerare i presupposti. Gli azzurri sono scesi in campo senza metà dei titolari contro la squadra più fisicamente forte del campionato. E, come se non bastasse, a gara in corso sono stati abbandonati pure dall'unico in grado di fare a sportellate a metà campo.

Non a caso, nei pronostici della vigilia, la vittoria del Napoli non era stata proprio presa in considerazione e le uniche scommesse che parevano avere un senso erano quelle sul numero di gol che avrebbe preso la truppa di Spalletti e sul numero di ruote che il pullman azzurro avrebbe schiattato sulla Tangenziale. E invece. Il Napoli ieri ha mostrato che al di là degli uomini, al di là dei nomi, al di là dei singoli, quest'anno c'è un titolare che non potrà mai infortunarsi né andare a giocare la coppa d'Africa: il carattere.

Finalmente, i rappresentanti della squadra della città del Vesuvio, iniziano ad assomigliare nella forma e nella sostanza ai suoi abitanti: combattenti, mazzolati dalla sorte ma mai domi. Determinati in ogni caso a vendere cara la pelle. Ecco. A qualcuno questo può parere poco e forse, guardando la classifica, lo sarà ma in realtà questa è una novità assoluta. Addà venì Baffone! (E con lui Osimhen, Kalidou, Anguissa, Fabian e Insigne. E po' verimm).

 

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Il Mattino