«Normale aver perso qualche punto lungo la strada, ma quello che conta è averne 10 in più rispetto all'Inter, e 14 in più del Milan e della...
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De Laurentiis è sereno e sorridente. Decisamente in gran forma, dopo la paura per il ricovero in ospedale del mese scorso. Si trattiene a lungo nei pressi dei forni allestiti da Enzo Coccia e Gino Sorbillo e anticipa l'investimento in pizzerie che sta per decollare a Roma, in un locale a due passi da Montecitorio. «È sempre complicato poter competere con una Juvents che investe e si indebita più di noi. Noi non abbiamo un euro di debiti e di questa cosa vado fiero: perché esistono le regole del Fair play finanziario e io le rispetto. Come ho sempre fatto nella mia vita». Ovvio che trovi anche lo spazio per parlare di mercato. «Ancelotti sa che non siamo il Real Madrid ed è rispettoso dei nostri bilanci. Il nostro fatturato è un quarto di quello del Real. E lui lo sa. Noi abbiamo sempre rispettato le indicazioni dei nostri tecnici sul mercato e gli acquisti da fare. A parte Sarri che non voleva mai entrare nel merito». Proprio non riesce a non parlare del tecnico di Figline.
C'è Insigne alla festa. È sorridente, allegro. Abbraccia il presidente. De Laurentiis, poco prima, parlando a Tv Luna, aveva spiegato che «per i napoletani è sempre stato scomodo questo territorio. Ricordate Quagliarella? Dopo tempo abbiamo scoperto l'arcano. Lui è venuto con desiderio da Udine, poi fu giusto e corretto che scappasse via, dopo anni abbiamo scoperto cosa c'era sotto. Il signor Quagliarella ha dimostrato di essere un bravo calciatore, ma laddove non sentiva il peso di questa vigliacco condizionamento che subiva». Altre parole che non aiutano a risolvere il rebus. Anzi lo complicano, rafforzando la sensazione che il futuro di Insigne sia ancora tutto da scrivere. Perché il capocannoniere della Sampdoria, che in lacrime ha raccontato lo stalking subito, alla fine se ne andò da Napoli.
La terrazza con vista sul golfo lascia senza fiato, ancora una volta, Carlo Ancelotti. L'ora è speciale, quella del tramonto. «Non riesco ancora ad abituarmi a questa meraviglia», sospira l'allenatore. È vestito d'azzurro. Come un principe. C'è la moglie Mariann al suo fianco (la moglie di De Laurentiis invece è rimasta a Roma). La cena inizia alle 20,45. Uno dopo l'altro, sfilano i piatti del menu della serata organizzata dalla famiglia Giugliano e preparati dagli chef Giovanni Morra e Fabio Bisanti: dalla triglia in sfoglia di melanzane in guazzetto di provola alla crocchetta di patate e pomodorini, dal tubettone di Gragnano astice e carciofi al branzino con scarole e vongole. Mertens, con giacca e pantaloni di color rosa, è tra quelli più scatenati. Il solito mattatore, con Tommaso il magazziniere come spalla. Essendo questo il tempo del Ramadan, gli ultimi ad arrivare sono proprio gli atleti musulmani, ovvero Diawara, Koulibaly e Ghoulam (che proprio per questo motivo va via dopo un rapido saluto). Tra gli ospiti di De Laurentiis anche il pianista Antonio Sorgentone, vincitore di Italia's Got Talent (protagonista di una esibizione che ha scatenato tutti) e i comici di Made in Sud, Ciro Giustiniano, Peppe Laurato, Sud 58 e Rosaria Mele. C'è la tradizionale musica di Decibel Bellini. De Laurentiis è sorridente: «Grazie Carlo per questo primo anno in cui hai fatto giocare tutti», dice ancora una volta tracciando un solco tra questa stagione e quella precedente con Sarri. Sul maxischermo i momenti più belli della stagione, con le vittorie sul Liverpool e la Roma, i pari col Psg, i gol di Insigne e Milik e le parate di Meret. «Napoli è una città difficile e tutto ciò che viene fatto qui è ancora più importante perché ogni cosa a Napoli viene sempre enfatizzata. Ma tutti voi avete fatto un grande lavoro di squadra e di questo non posso non ringraziare Ancelotti per aver dato a tutti la possibilità di giocare. Durante questa estate, tanti di voi giocheranno con le proprie nazionali (c'è la Coppa d'Africa, ndr) ma alla fine dell'estate spero di rivedervi tutti».
Con la squadra al gran completo, De Laurentiis non perde il suo spirito. È un presidente che si fa vedere poco dal gruppo, raramente va a Castel Volturno e anche nella trasferte europee in cui ha preso parte preferisce sempre evitare invasioni di campo. I suoi discorsi al gruppo sono rari. «È stata un'annata bellissima grazie al lavoro di tutti voi. Sono entusiasta di aver trovato un allenatore come Carlo che è stato bravissimo perché ha saputo prendervi per mano e convertirvi ad un altro tipo di gioco». Ancelotti ammicca. Attende il momento del karaoke per potersi scatenare. E anche questa volta non perde l'occasione. Iniziando l'esibizione con Fuoco nel fuoco di Eros Ramazzotti. Un trionfo. Ovviamente con Mertens al suo fianco. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino