Una vita in bilico, una carriera che stentava a decollare ed un futuro già scritto nel destino. Questo e molto altro è Hirving Rodrigo Lozano Bahena, il messicano...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
GLI INIZI
Il calcio è sempre stato nella testa di Hirving quando disobbediva agli ordini di papà Jesus e correva a giocare tra le strade di Città del Messico. Una vera e propria metropoli che avrà sul «Chucky» un effetto importante: il mondo passava davanti ai suoi occhi e quando la chiamata europea è arrivata Hirving non se l'è fatto ripetere due volte, con la scommessa di tornare un giorno da vincente. L'inizio, però, sembra da predestinato. Ad undici anni si accorge di lui Cesareo Acosta, uno dei santoni del calcio giovanile messicano, che lo porta al Pachuca. Col club messicano Lozano fa tutta la scalata, ma soprattutto impara a cavarsela da solo: lascia casa e famiglia piccolissimo, per questo il legame col nucleo familiare oggi è alla base della sua vita anche calcistica.
IL SOPRANNOME
Lo chiamano «Chucky» come la spaventosa bambola che ha rovinato le notti dei bambini di mezzo mondo. Erano gli anni del Pachuca, quelli delle stanze condivise con gli altri compagni che erano lontani da casa. Il giovanissimo Hirving si divertiva a prendersi gioco degli altri ragazzini terrorizzandoli anche in piena notte. «È sempre stato iperattivo fuori dal campo, lo ricordo scherzare con tutti quando eravamo compagni al Pachuca. Ma in campo nessuno ne ha mai discusso il valore», ci racconta Simón Almeida, ex compagno del messicano nelle giovanili. Qualcuno, però, qualche critica l'aveva mossa. «C'era chi lo reputava troppo piccolo e debole fisicamente. Al momento del salto di categoria molti di noi furono promossi, solo due restarono fuori e tra questi c'era proprio Hirving. Che strano il destino, oggi è uno dei migliori messicani di sempre».
LA RIVELAZIONE
Ma bastò poco al giovane Lozano per farsi conoscere: a 18 anni Enrique Meza lo lancia in campo all'Azteca contro il Club Àmerica e gli bastano cinque minuti per segnare il gol che fa vincere i suoi. Fu l'anno della rivelazione il 2014, quello in cui seppe prendersi spazio in squadra e le prime soddisfazioni. Ma il passo necessario per la consacrazione arriva in famiglia: il giovane Hirving appena 18enne diventa papà per la prima volta. Ha una famiglia ora, che negli anni lo seguirà ovunque, e non permettersi di fallire.
IL MONDIALE
Il mondo si accorge di lui nel 2018. Qualche mese prima era passato al Psv, ma al Mondiale russo si carica sulle spalle il suo Messico e stende la Germania al primo. Scatta la Lozano-mania, in patria - dove diventa idolo - come sugli spalti con papà Jesus che piange lacrime di gioia e rivincita: quegli spalti dove a guardare attento c'è anche Carlo Ancelotti, commentatore per la tv sudamericana prima di conoscere Napoli. Ora Carletto può riabbracciarlo proprio in azzurro dopo averlo inseguito per un anno, con famiglia al seguito e voglia di crescere ancora.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Mattino