Non lo conoscevamo bene Maurizio Sarri, tre anni fa. Dopo una lunga gavetta era giunto in serie A a 55 anni con l’Empoli e si diceva che la squadra toscana giocava un gran...
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L’Empoli di Sarri venne al San Paolo e fu una lezione di calcio (7 dicembre 2014, partita giocata alle 12,30). Il Napoli pareggiò faticosamente (2-2) una gara che l’Empoli dominò in lungo e in largo andando in vantaggio con Verdi e Rugani e fallendo quattro palle-gol. Tra i pali azzurri, c’era Rafael. Ma i peggiori furono Henrique, Albiol, Ghoulam, David Lopez: una friabile diga difensiva.
Pensammo a una giornata storta. Non sapevamo che cosa ci aspettava al “ritorno”. Il Napoli giocava per un posto-Champions. Affondò rovinosamente a Empoli (2-4). Di nuovo una lezione di gioco dalla squadra di Sarri che giocava “a memoria”. Aveva Luigi Sepe in porta, oggi sulla panchina azzurra; Hysaj e Tonelli in difesa; Vecino, Valdifiori, Croce, Saponara a centrocampo; in attacco Maccarone e Pucciarelli.
Tre a zero dei toscani nel primo tempo. Napoli (Andujar in porta) polverizzato peggio che al San Paolo, sorpreso e superato in velocità. Benitez inventò una difesa impresentabile. Albiol fece anche un autogol. C’erano Maggio, Koulibaly e Britos. In attacco Mertens e Higuain bloccati da Laurini e Rugani.
L’anno dopo, dileguandosi Benitez attratto dal Real Madrid, De Laurentiis andò a caccia di un nuovo allenatore. Corteggiò il basco Unaj Emery che preferì rimanere al Siviglia. Contattò Sinisa Mihajlovic che allenava la Sampdoria e se ne andò al Milan. La terza scelta era Sarri. La Provvidenza illuminò per l’ennesima volta De Laurentiis che prese il tecnico toscano nato a Bagnoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino