Napoli femminile, Alexandra Huynh affila le armi per la salvezza

Alexandra Huynh
Guerriera. Alla prima esperienza europea, è come se fosse già una veterana. Dotata di grande forza fisica, governa la difesa del Napoli con autorità. Solare e...

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Guerriera. Alla prima esperienza europea, è come se fosse già una veterana. Dotata di grande forza fisica, governa la difesa del Napoli con autorità. Solare e sorridente, Alexandra Huynh si considera una vera fighter. Sempre efficace nei meccanismi di Alessandro Pistolesi, il numero 3 ha esordito con le Westfield Matildas, la nazionale femminile australiana. In campo non si risparmia mai e darà il suo contributo nella volata salvezza.

«Da bambina ho sempre sognato di diventare calciatrice. A 10 anni ho visto il film Sognando Beckham e davvero ho capito la mia strada», racconta il difensore classe 1994. «Volevo andare in America e giocare in un college, per diventare professionista. Essere una donna atleta penso sia difficile ovunque, specialmente quando ho iniziato a 12 anni».

Si è ambientata all’ombra del Vesuvio, a suo agio con capitan Paola Di Marino e compagne. «Ho sempre immaginato di giocare in una squadra maschile. Poi ho visto la Coppa del Mondo femminile a 14 anni e mi sono resa conto che avrei potuto praticare sport ad alto livello. Non pensavo che il calcio potesse essere il mio unico lavoro, tanto da essere retribuita». Imboccata la via del professionismo in Italia.

«Il calcio mi ha permesso di viaggiare moltissimo, ho potuto esplorare 20 paesi e diverse culture, vivere in ambienti differenti e conoscere persone che mai avrei incontrato», spiega Alexandra. Prova a dare ogni giorno, anche in allenamento, la sua versione migliore. Amazzone del rettangolo verde, assicura affidabilità al reparto arretrato. «Ho una sorella gemella, giochiamo nello stesso ruolo, formando anche la coppia di difensori centrali: divertente ma al tempo stesso in competizione», precisa Huynh.

«Il calcio fa parte della mia vita, mi piacerebbe diventare allenatrice e restituire qualcosa». Per appendere gli scarpini c’è tempo. Adesso è il momento del give back. La sua grinta si rivelerà fondamentale per raggiungere la salvezza in maglia azzurra.  

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Il Mattino