La scelta della piazza azzurra: applausi a Spalletti e fischi a DeLa

La scelta della piazza azzurra: applausi a Spalletti e fischi a DeLa
Applausi a Spalletti e ai giocatori (e al magazziniere Starace, un vero e proprio trascinatore), fischi a De Laurentiis: la scelta della piazza azzurra è stata netta. La...

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Applausi a Spalletti e ai giocatori (e al magazziniere Starace, un vero e proprio trascinatore), fischi a De Laurentiis: la scelta della piazza azzurra è stata netta. La piazza di Dimaro, in occasione della presentazione della squadra, ha interpretato il sentimento della tifoseria del Napoli. Pronta a sostenere il tecnico e i suoi uomini, anche se vi sono stati comprensibili momenti di nostalgia con i cori per Kouibaly e Mertens, protagonisti dell'ultimo ciclo. Contraria al presidente, che è impegnato in questa estate in una sfida molto complicata. Non bisogna acquistare soltanto i sostituti di Koulibaly e Mertens e prendere un altro portiere che se la giochi con Meret per il posto da titolare: si deve ridare entusiasmo a una piazza che lamenta la partenza di tre bandiere (oltre che del portiere titolare Ospina) dopo aver accusato il colpo per il sogno scudetto finito sul più bello nella scorsa primavera.

Spalletti è stato chiaro nel breve discorso prima della presentazione ai tifosi. Ha dato la fascia a Di Lorenzo ma il vero capitano della ciurma è lui e ha chiesto alla piazza compattezza, perché convinto che uniti si possa vincere. De Laurentiis non c'era e suo figlio Edoardo, vicepresidente della squadra, non è salito sul palco al contrario degli altri anni, percependo l'umore dei tifosi contrario alla gestione del padre. Il dissenso può diventare utile e costruttivo se recepito nel modo giusto: in questo caso come uno stimolo per completare la rosa, compiendo - e in tempi non lunghissimi - le migliori scelte possibili dato che la cessione di Koulibaly - al contrario delle partenze degli svincolati Insigne, Mertens e Ospina - ha assicurato 40 milioni al club.

La tifoseria è in attesa. Ha saputo superare ben altri choc, come l'addio di Maradona, e si è sempre riaccesa quando sono arrivate positive risposte da società e squadra. Trentun anni fa, nell'estate del '91, si abbonarono in 25.215: Diego era stato squaificato per tre mesi prima e si era concluso il suo ciclo, l'amarezza era forte. Dopo il primo campionato con Ranieri e la qualificazione in Coppa Uefa, un anno dopo, gli abbonati salirono a 41.186, anche perché Ferlaino aveva preso un giovane e bravo bomber come Fonseca, il promettente centrocampista Thern, i finalisti di Coppa dei Campioni Pari e di Coppa Uefa Policano. A proposito: ma la campagna abbonamenti 2022-2023 quando partirà? Anche quello sarebbe (è) un segnale.

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Il Mattino