Napoli-Genoa nel segno di Lozano: così è cambiata la vita del Chucky

Napoli-Genoa nel segno di Lozano: così è cambiata la vita del Chucky
Adesso che è al centro della vittoria del Napoli, pur muovendosi di lato, Hirving Lozano può incrociare le braccia e sorridere della sua prima doppietta. Dopo essere...

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Adesso che è al centro della vittoria del Napoli, pur muovendosi di lato, Hirving Lozano può incrociare le braccia e sorridere della sua prima doppietta. Dopo essere stato il migliore in campo nella partita contro il Parma, ora diventa anche goleador. Un pezzo alla volta. In molti hanno creduto che fosse un bidone, non lo era e lo avevamo scritto. Piuttosto uno che aveva bisogno di tempo, per mettersi in connessione. Ora i suoi dribbling sono utilissimi come i suoi cross, e avendo anche la fiducia di Gattuso e più tempo a disposizione per giocare, serpeggiare, crossare e segnare, tutto appare più semplice. Ogni cosa è tornata a suo posto. Lozano si è rimesso in pari con le aspettative, riprendendosi quello che gli spettava: gol e gloria, presenza, spazi e divertimento. Che fosse un eroe della volontà, lo si era capito, ma che dietro quella volontà ci fossero anche dei gol, tardava a succedere. Ora è accaduto, quello che diceva lo scrittore Juan Villoro per il Messico che, a un certo punto, «El Chucky Lozano meta un golazo y todo cambie».

 
Il primo gol è una replica di una azione vista e rivista, solo che sono cambiati gli attori, al posto di Lorenzo Insigne a crossare c'è Dries Mertens e al posto di José Maria Callejon a tagliare in area e segnare c'è Lozano, poco male, se cambiano i calciatori, basta che il rito resti. Il secondo gol, che poi sarebbe il quarto sul tabellino, nasce da un errore di Pandev che Mertens capitalizza sotto forma di passaggio di precisione con spazio ampio di veduta su porta di Federico Marchetti che Lozano compra a suo nome. E che vale due gol. Il resto è sicurezza, quella di chi si sente finalmente parte di un modulo e si ritrova un Osimhen che apre spazi con facilità, con un agonismo atletico che ricorda quello di Edinson Cavani. E Lozano corre, senza più rimorsi, può sbagliare qualche tiro, può perdere qualche pallone, perché c'è tempo per rimediare e sa come fare. Non è più un inviato in una zona isolata, è parte di un progetto e si vede. Ha capito Gattuso e Gattuso ha finalmente compreso quanto potesse tornargli utile. C'è da dire che per mezz'ora a Parma e per un'ora a Napoli: Gattuso è sembrato Zeman o Sandokan, affrontando le avversarie con molto coraggio, poi c'è ancora molto da lavorare a centrocampo e sui lati bassi, ma c'è una crescita, e questa crescita passa da Lozano e arriva a Osimhen: che pur aprendo varchi e appoggiando molti palloni non ha segnato, segnerà.
 

Il recupero di Lozano è una doppia fortuna per il Napoli: sia in vista del vuoto di Callejon, sia per gli alti pochi e i bassi delle sue prestazioni passate. Partite passate. Ora c'è il vero Lozano, o almeno si spera. Due su due fa ben sperare, vedremo la terza. Sperando che non abbia gli andamenti di Zielinski: sappiamo che avendo segnato un gran gol e avendo giocato bene contro il Genoa, toccherà assistere almeno a tre partite di dispersione e buio per poi rivedere la luce, se due buone di seguito poi sei brutte, e via così, ormai graficizzato da molti tifosi. Lozano no, sguscia, riesce sempre a metterci un guizzo serpigno prima di cadere ed estraniarsi, riesce sempre ad accendersi fosse anche solo per un attimo, per poi sprecarsi. Molti problemi del Napoli passano per questi calciatori a corrente alternata, che vanno portati a corrente continua, in questo può aiutare il linguaggio diretto da compagno di squadra dell'allenatore. Lozano, per ora, ha un salvacondotto per sperperare e tentare di fare ancora meglio, per avventurarsi fino alle migliori prestazioni mostrate con la nazionale messicana, con colonna sonora di Morricone. Aspettiamo di vedere il seguito, con questo ritmo.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino