Napoli, in 60mila per il Cittadella: 12 anni fa iniziò l'era De Laurentiis

Napoli, in 60mila per il Cittadella: 12 anni fa iniziò l'era De Laurentiis
C'era entusiasmo e un'aria nuova. Sessantamila anime sugli spalti e una squadra costruita in 15 giorni. Il 26 settembre, 12 anni fa, avveniva il varo di una nuova era: il...

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C'era entusiasmo e un'aria nuova. Sessantamila anime sugli spalti e una squadra costruita in 15 giorni. Il 26 settembre, 12 anni fa, avveniva il varo di una nuova era: il Napoli Soccer di De Laurentiis. L'esordio in serie C1 contro il Cittadella, nella terza giornata di quel campionato (le prime due giornate gli azzurri le recuperarono poi). Dodici anni fa in sessantamila riempirono il San Paolo per applaudire il Napoli allenato da Ventura ma soprattutto per sostenere una società e una squadra con ambizioni importanti. Finì 3-3, con le reti azzurre di Ignoffo, Savino e Toledo e la rimonta degli ospiti (dall'1-3) dovuta alla scarsa condizione atletica di un team costruito in una finestra di mercato (con gli «scarti» o i fuori rosa altrui) e messo insieme a Paestum con arrivi alla spicciolata. Il tecnico di quel Cittadella era Maran, colui che sabato ha guidato il Chievo al San Paolo.


Un cerchio che si chiude. Eppure due giorni fa c'erano 19mila tifosi, con un Napoli secondo in A e in Champions League, a fronte dei 60mila della C1. Una contraddizione in termini, almeno in apparenza. Dei 14 «pionieri» di quel Napoli solo quattro sono ancora calciatori: Abate, terzino del Milan, Berrettoni, attaccante del Pordenone in Lega Pro, Mora, terzino del Real Forio in Eccellenza e Toledo, ala brasiliana impegnata con il Rapallo Bogliasco in serie D. Gli altri dieci si sono ritirati: sette sono diventati allenatori, due sono dirigenti, uno solo è diventato procuratore sportivo. Si tratta di Karl Corneliusson, terzino e mediano svedese, appena 7 gare con il Napoli (alcune anche indossando la maglia numero 10!) prima di essere ceduto a gennaio del 2015 alla Salernitana. Dopo essere tornato in patria, ha intrapreso la carriera di manager dell'agenzia «Carlzon Sport Agency» che si occupa solo di calciatori svedesi. Fabio Gatti, 53 gare in tre stagioni e mezza con il Napoli, è diventato direttore sportivo e dall'estate scorsa è collaboratore dell'area tecnica del Bari, guidato dall'altro ex azzurro Stellone. Direttore sportivo abilitato è anche Francesco Montervino, il primo insieme a Montesanto a far parte del Napoli Soccer (di cui è stato capitano, con 166 gare e 6 gol segnati dalla C alla A), oggi direttore tecnico e istruttore della Real Bombonera (della Fedele Managment) dopo ottimi risultati da ds del Taranto. Nicola Corrent, 29 gare e 1 gol col Napoli, oggi è vice allenatore dell'Hellas Verona (allenato da Pecchia). Ignoffo, ex difensore e autore del primo gol di quel Napoli di 12 anni fa, è da quest'anno allenatore della Primavera del Benevento, Varricchio, ex attaccante (18 presenze e 4 gol in azzurro), guida la formazione Berretti della Spal. Il Pampa Sosa, attaccante del Napoli dalla C alla A, dopo aver allenato in Campania il Sorrento e il Savoia, oggi allena il Voltur Rionero (squadra lucana) in serie D. Infine si sono dedicati ai più giovani, con prospettive di carriera, Scarlato, Savino e Belardi.


Il primo, capitano dodici anni fa del Napoli contro il Cittadella, oggi allena nello Sport Village di Qualiano (direttore tecnico e istruttore degli Allievi), Savino (in gol col Cittadella) ha fondato e dirige la sua scuola calcio «Asd Savino Soccer» a Torre del Greco così come l'ex portiere Belardi è direttore della scuola calcio «Emanuele Belardi» nella sua Eboli. Infine l'allenatore di allora: Giampiero Ventura, oggi Ct della Nazionale. Un bel balzo, non c'è che dire. Dodici anni dopo nel Napoli sembra essere passata un'eternità, ma a quella squadra tutti i tifosi oggi sono ancora molto legati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino