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Lo scudetto per prepararsi al momento dell'addio. Per Lorenzo Insigne siamo ai titoli di coda con la Nazionale. Per il capitano del Napoli è iniziato un altro film. Non andrà neppure in Turchia per quella che, comunque, potrebbe essere l'ultima da ct per Roberto Mancini. I tormenti del tecnico della Nazionale non sono finiti, nonostante i messaggi Instagram e i colloqui a Coverciano senza stress con il presidente Gravina che tutto vuole tranne che la sua testa. Ma bisognerà capire la voglia che ha il tecnico di ricominciare. E di ricominciare in maniera differente. Ha sempre dei dubbi, che non sono andati via. E i giocatori questo lo sanno. Tempo ne ha: magari aspetta che qualche club si faccia vivo.
La Figc accetterà tutte le sue decisioni. Di sicuro sono finiti i tormenti di Insigne con l'Italia che si è sfilato dalla prossima trasferta: domani lui sarà a Castel Volturno, a prepararsi a un altro assalto, lo scudetto, mentre Chiellini e gli altri scenderanno in campo in una gara senza senso. Ritroverà Spalletti che finalmente sta bene (è rimasto a casa per tutta la settimana affidando le sedute a Domenichini e Baldini) ed è atteso alla ripresa degli allenamenti. E a Lucianone toccherà gestire la delusione di Lorenzo.
Otto partite prima di prendere il volo per Toronto. La prossima Italia sarà senza di lui: anche se dovesse restare Mancini. Può anche anticipare il volo per il Canada se vuole, dove è atteso per luglio perché avrebbe voluto prepararsi al Mondiale giocando Nations League e la gara di Wembley con l'Argentina. Ma chiunque sarà il ct (Cannavaro resta il primo della lista in caso di dimissioni), bisognerà resettare ogni cosa. A cominciare da Insigne. Con Mancini un rapporto straordinario, motivo per cui il ct non lo ha mai messo in discussione. I segnali sono chiari, a Coverciano tra il ct e Insigne è stato quasi un saluto finale. Meglio per il Napoli se è tornato a casa, ma neppure un grande segnale per il gruppo Italia il suo rientro dopo la debacle macedone. E anche questo è l'indizio che la sua avventura con l'Italia è terminata. Quattro ct: Prandelli, Conte, Ventura e infine Mancini. La grande gioia dell'Europeo vinto a luglio. Pochi minuti in campo nel mondiale brasiliano. Poi null'altro. Certo, nel 2026 c'è pure la sua nuova casa, il Canada tra i Paesi organizzatori del Mondiale (con Usa e Messico) ma avrà 35 anni ed è difficile poter costruire qualcosa attorno al suo talento.
È triste, Insigne, in questi giorni napoletani. È una spina nel cuore questa eliminazione, uno choc pesante. Assai peggio della notte svedese. Ora gli resta il Napoli, la volata per il primo posto. Spalletti spera che la delusione diventi qualcosa di positivo. Il bicchiere di questa stagione è ancora pieno per metà, per Insigne. Ma tutto dipende da queste settimane, da questi otto racconti che mancano da qui alla fine. A cominciare da Bergamo. Lui è uno dei pochi custodi della fantasia. E c'è sempre da fidarsi della fantasia. Ora in questi due mesi deve dimostrare di essere ancora il fuoriclasse con gli occhi dietro la nuca, con il radar sotto la maglietta. A Bergamo mancherà Osimhen, Lozano arriverà solo venerdì notte (lui ha i Mondiali a portata di mano): dunque serve un protagonista vero da affiancare a Mertens che torna prima punta (come piace a lui) e a Politano.
L'unico pezzetto di Napoli domani sera in Turchia ha il nome di Matteo Politano. Per l'esterno destro è facile prevedere un ballottaggio a destra con Zaniolo, con il romanista titolare e il napoletano che entrerà a inizio secondo tempo.
Il Mattino