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Antonio e Rino. Ancora una volta avversari. La sesta volta in quindici mesi. «Sono un martello e chi non mi dà tutto, non mi ha dato niente», disse Ringhio nel suo primo giorno di Napoli per far capire chi che pasta era fatto. Due sergenti di ferro e non deve suonare come una offesa. Due vite da mediani. «Antonio mi sembra Al Pacino, ha dato grinta pure a me», raccontò l'allenatore degli azzurri dopo aver sentito un discorso di Conte quando era alla guida della Juventus: «Se vogliono prenderci lo scudetto quelli del Milan, devono sputare sangue fino alla fine, perciò non voglio atteggiamenti superficiali», aveva urlato Conte ai suoi dopo una sconfitta. Rino Gattuso e Antonio Conte tornano a scontrarsi faccia a faccia. È la sesta volta da allenatori in poco più di un anno: e qui a Napoli Rino non ha ancora battuto Antonio. Una sconfitta (3-1) e un pareggio ma quell'1-1 nella semifinale di ritorno di Coppa Italia valse comunque il passaggio alla finale che poi il Napoli vinse.
Di indole si somigliano. Ma poi in campo ognuno la vede in maniera diversa. Conte è sicuramente all'alba di un ciclo, a pochi passi dal suo quarto scudetto, Gattuso sta per chiudere la sua avventura in azzurro.
Sono considerati i sergenti di ferro. Ma le similitudini vanno oltre le etichette, che ne descrivono solo in parte la maniacale dedizione al lavoro, l'integralismo tattico e la capacità di compattare i rispettivi spogliatoi: da cui sono banditi egoismi e veleni. Le difese sono i punti di forza, anche se sembra strano a dirsi visto gli harakiri che spesso combinano quelli del Napoli. L'Inter è con la Juventus la squadra di A che ha incassato meno gol (27) ma il Napoli di reti ne ha prese 34. E Inter e Napoli per ben 12 volte hanno concluso il match senza subire gol (o clean sheet). La squadra di Conte è un blocco di granito, spesso rinunciataria, attendista e pronta a ripartire. Il contrario del gioco corale voluto da Ringhio: 65 reti realizzate. E di queste 49 con i suoi attaccanti. Ed è il Napoli una delle sole due squadre tra le big d'Europa che ha sei giocatori con almeno cinque reti. Esattamente come quella macchina da gol che è il City di Guardiola. Ed è peraltro la squadra che in A tira di più verso la porta: ben 508 volte in 30 partite. L'Inter è a quota 436 tiri totali. Conte ha uno zoccolo duro maggiore su cui ha contato per tutta la stagione: ben 9 i calciatori che hanno superato quota 2.000 minuti in campo mentre soltanto due azzurri hanno scavalcato quota 2.000: ovvero Di Lorenzo e Insigne.
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