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Nel febbraio 2020 i Pinguini tattici nucleari hanno sdoganato un motto: «In un mondo di Paul e John io sono Ringo Starr». E probabilmente questo ritornello deve essere diventato anche il mantra di alcuni giocatori di Napoli e Inter: fondamentali per i successi delle proprie squadre, ma non per questo protagonisti fissi di copertine e titoloni. Si tratta di veri e propri anti-divi che pure con il loro contributo sanno essere fondamentali al pari delle così dette «prime donne».
In questa particolare classifica portano la bandiera Marcelo Brozovic e Giovanni Di Lorenzo. Alzi la mano il primo allenatore che non li vorrebbe nella propria squadra. Sì, perché non segnano troppo, non si prendono le prime pagine con giocate a effetto, non saltano l'uomo con dribbling ubriacanti: ma quando c'è da lottare sull'ultimo pallone, le loro gambe sono le prime a spuntare nella mischia.
Discorso analogo anche per Danilo D'Ambrosio e Stanislav Lobotka: entrambi sono partiti in sordina, destinati a una stagione da comprimari, eppure partita dopo partita hanno saputo imporre la loro qualità. Come? Con il lavoro e la grande capacità di farsi trovare pronti al momento giusto. Lobotka, che sui social era stato oggetto di non poche critiche per la sua forma fisica rivedibile, ha saputo darsi da fare fino a diventare quasi intoccabile per Spalletti. Non ha la qualità di Fabian, ma compensa con l'impegno e lo spirito di sacrificio, si fa trovare al posto giusto e al momento giusto, e quando Anguissa è stato indisponibile si è caricato il centrocampo sulle spalle. Proprio come D'Ambrosio, difensore napoletano che all'Inter ha saputo sempre aspettare il suo momento. Con grande calma, senza mai uscire dal seminato con dichiarazioni forzate o pretenziose. E da Spalletti a Inzaghi, passando per Conte, ogni allenatore ha saputo trovare prezioso il contributo del difensore italiano. Utilissimo anche per la sua grande duttilità tattica: centrale nella difesa a tre, nella difesa a quattro, o all'occorrenza anche terzino.
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