Napoli-Lazio, 4-0 tra Ciro e Diego: «Palleggiamo in faccia al passato»

Napoli-Lazio, 4-0 tra Ciro e Diego: «Palleggiamo in faccia al passato»
«L’immortale è turnato», esulta il web. Ciro è vivo ed è riapparso nella forma più smagliante quando il suo popolo aveva bisogno di...

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«L’immortale è turnato», esulta il web. Ciro è vivo ed è riapparso nella forma più smagliante quando il suo popolo aveva bisogno di lui, in una notte magica e ricca di ricordi. La notte di Napoli-Lazio, ma anche la quella in cui una stella azzurra brillava più di tutte sullo stadio Maradona illuminandolo di entusiasmo e di speranza nonostante la malinconia. Un anno dalla scomparsa del dio del calcio, eppure Diego è ancora vivo, presente attraverso quelle emozioni indimenticabili che ha regalato, che non moriranno mai. E così gli immortali sono due, entrambi napoletani: uno di Lanùs, eterno ed etereo che impernia la città della sua essenza e del significato che solo lui ha saputo dare al calcio; l’altro di Lovanio, forse più moderno e «leggero», ma tornato alla carica con una vita in più nello stato di famiglia e con la voglia di ricordare quel dio che col pallone riusciva a fare ciò che voleva, e tentando di onorarlo dedicandogli una vittoria carica di significato.

Significato dato dai tanti ex in maglia biancoceleste, da Sarri a Hysaj e Reina. E fra questi ex c’è colui che dopo Maradona era riuscito a far sognare di nuovo Napoli prima di voltargli le spalle. E, ironia della sorte, ora Spalletti raccoglie quell’eredità e abbraccia la speranza di un popolo che lo ha applaudito mentre batteva il suo predecessore con le sue stesse armi, palleggiandogli in faccia e impostando il gioco, governandolo. E poi quella doppietta di Mertens in versione centravanti, come proprio l’ex comandante lo aveva inventato. E insieme per Maurizio forse la soddisfazione di aver lasciato insegnamenti sempre attuali e al tempo stesso la tristezza di un’ennesima sconfitta della sua Lazio. «Sarri sarà confuso, chissà se ricorda che oggi è l’allenatore dei biancocelesti guardando come giocano le due squadre», si legge sui social. 

Per molti è stato furbo Spalletti a beffarsi del gioco del suo collega: «Grande Luciano, stai facendo giocare questi ragazzi come una macchina perfetta, o forse meglio», applaude il web. Ma indiscutibilmente i complimenti vanno anche agli interpreti, che hanno fatto dimenticare l’assenza di due pilastri come Osimhen e Anguissa mostrando alla Serie A come si gioca a calcio. Forse sarà stata anche la Mano di D10s da lassù, ma di certo questo è un Napoli fa davvero sognare. Difficile trovare una pecca: un grande gruppo, unito, compatto, complice. Non solo Dries, ma anche Zielinski sembra essere tornato alla carica siglando la prima rete della serata, o Lobotka che stavolta si è fatto trovare pronto dopo le critiche in Europa League. L’emozione di rivedere Ghoulam in campo, anche se solo per dieci minuti. Qualche piccola imprecisione di Fabian dispersa in una buona prestazione e subito dimenticata grazie a quel gol da manuale, proprio dalla sua mattonella, uno di quelli che solo lui può segnare. E poi le solite conferme, gli abbracci, gli scherzi a fine gara, l’energia positiva che trapela nell’aria. E allora il poker sembra arrivare per coronare un primo posto solitario in vetta alla classifica di campionato in un giorno indimenticabile. 

E mentre Napoli fa festa, dal web arrivano meme per Gattuso e quel quinto posto dello scorso anno, ma anche per Sarri che sul suo taccuino durante la gara pare aver annotato come promemoria di mandare Hysaj a comprare le sigarette dopo aver esclamato: «Che figur 'e...». E così fra ironie ed entusiasmo gli azzurri volano verso la sfida col Sassuolo. D’altronde «uomini forti, destini forti», così dice il mister.

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Il Mattino