Lazio, la lunga notte di Inzaghi: «Volevo evitare questo Napoli»

Lazio, la lunga notte di Inzaghi: «Volevo evitare questo Napoli»
Chi lo conosce lo sa. Chi ha imparato a farlo lo ha capito. Simone Inzaghi ha appreso (e bene) l'arte dell'allenatore nella bottega di Sven Goran Eriksson. E a giudicare...

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Chi lo conosce lo sa. Chi ha imparato a farlo lo ha capito. Simone Inzaghi ha appreso (e bene) l'arte dell'allenatore nella bottega di Sven Goran Eriksson. E a giudicare dai risultati della Lazio sembra proprio che l'allievo abbia assimilato al meglio tutte le indicazioni del maestro.


Un'estate fa la valigia di Simone era già fatta: costume da bagno, bermuda, occhiali da sole e sciarpa granata. Sì, perché il destino di quello che oggi è l'allenatore della Lazio si chiamava Salernitana. Ripartire dalla serie B con la benedizione di Claudio Lotito, presidente che è solito far trascorrere un periodo di stage formativo ai suoi tesserati a Salerno prima di promuoverli alla Lazio. Ma nell'arco di poche ore Simone Inzaghi è passato dal Frecciarossa Roma-Salerno al regionale Roma-Formello. Inversione di rotta, quella sì, ad alta velocità. Tutta colpa - non tutti i mali vengono per nuocere - del tira e molla tra la Lazio e Bielsa. Dopo il no dell'argentino Lotino non ha avuto dubbi ed ha affidato la squadra all'ex allenatore della Primavera.

Il resto è storia. Oggi la Lazio arriva a Napoli nel suo momento più difficile all'interno di una stagione assolutamente da incorniciare: dai record in Europa League al terzo posto in classifica. «È ripreso il campionato e abbiamo fatto cinque partite, di cui due vinte, una persa per un gol di mano, una pareggiata in Coppa Italia e una persa con il Genoa. È giusto analizzare e porsi dei perché sulla gara con il Genoa, ma da qui a dire che siamo in crisi ce ne passa». Ha spiegato ieri Inzaghi. «La sconfitta ha solo rallentato il nostro percorso. Ora affronteremo la prima in classifica che è meritatamente lì. Andremo a giocarci la nostra partita, sapendo che dovremo essere super-concentrati e dare il massimo».

Una partita nella quale la Lazio non parte certo con i favori del pronostico. «È il rischio che si corre. Le aspettative si sono alzate: nessuno ci avrebbe dato al terzo posto adesso. Dovremo fare una partita sopra le righe. Abbiamo dimostrato di poterla fare. Servirà una Lazio lucida e tranquilla anche perché il Napoli gioca il miglior calcio d'Europa. Ha ottimo un tecnico e ottime individualità».
 
Di sicuro non ci sarà Lukaku che aveva un leggero affaticamento ed è stato risparmiato per la rifinitura. È rimasto a Roma con Felipe Anderson, il vero caso della settimana. «Sono state dette delle cose inesatte. Quando si perde, è normale che ci siano malumori. Contro il Genoa Felipe non è entrato in partita come doveva, ma da qui a dire che la sconfitta è colpa sia ce ne passa. Ora Felipe non è sereno e ho prefetto farlo lavorare a parte. Sa cosa dovrà fare e, quando lo farà, tornerà ad essere quello che ci farà vincere le partite». Il brasiliano si è allenato a parte e conta di rientrare in gruppo quanto prima.

D'altra parte non c'era neanche all'andata, gara nella quale il Napoli si impose solo nella ripresa. «Abbiamo analizzato quella partita. Nel primo tempo chiudemmo in vantaggio poi ci furono infortuni e spostamento forzati, e la partita cambiò». Ecco perché il modulo sarà sempre lo stesso (3-5-2).

Intanto, però, Inzaghi non nega le sue preferenze. «Avrei voluto incontrare un altro avversario, ma il calendario è questo. Dopo la sconfitta ho detto alla squadra: Facciamo bene perché le aspettative su di noi si ano alzate».


Anche per Sarri c'è un dubbio di formazione legato a Mertens. «Sarebbe un vantaggio se non lo avessero, ma sono così organizzati che ci potrebbero creare tanti problemi anche senza di lui». Perché Simone Inzaghi è uno abituato a trovare una soluzione per tutto. Chi lo conosce lo sa. Chi ha imparato a farlo lo ha capito.
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Il Mattino