Un Napoli pronto a scrivere la storia? Se lo chiedono in tanti nell’ultima giornata di campionato aspettando la grande sfida al Camp Nou. Contro la Lazio è stato...
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Ma anche il nervosismo sulla panchina biancoceleste, le offese a Gattuso e a tutto il Sud con un ignobile razzismo evidenziato dagli audio recuperati da Sky mentre Ringhio a fine partita si è preso tutte le colpe, da vero uomo senza spiegare cosa c’era dietro quella sua reazione, forse anche per non alimentare polemiche: «Un vero signore»; «Rino, siamo tutti con te»; «Onore a te che rappresenti con orgoglio la parte bella dell’Italia in un calcio corrotto dove vanno avanti solo le squadre del Nord», risponde il popolo del web.
Una gara che sembra non essersi fatta mancare proprio niente, compreso alcune discutibili decisioni arbitrali con il gol dell’attaccante biancoceleste assegnato in fuorigioco nonostante le verifiche del Var: «Hanno provato ad aiutarli, poi anche i sei minuti di recupero. Ma stavolta siamo stati più forti di loro e degli arbitri», si sfoga qualcuno sui social.
Si chiude in bellezza per alcuni, anche per Politano, che esprime sui social la sua gioia per il gol. Settimo posto in una strana stagione, già cominciata male. E allora la classifica è meno amara un po’ per quel trofeo già esposto in bacheca, ma soprattutto perché c’è ancora una Champions da giocare che può far sognare i tifosi. Con un po’ di malinconia perché si sente nell’aria una piccola rivoluzione in rosa, con qualche icona azzurra già con le valigie pronte ma che resterà scolpita nel cuore dei napoletani, e con tante speranze per il futuro e aspettative alte per chi arriverà. Ma con il San Paolo vuoto qualcuno si commuove davanti al televisore salutando quel campione «normale», quello della porta accanto, quello che nei lunghi anni a Napoli, la città rapace, non ha mai dato cenni di esaltazione, mai un gesto sopra le righe. Quel ragazzo tranquillo e faticatore che ha fatto di questa normalità una forza, della sua dedizione il coraggio di essere il campione silenzioso in una città rumorosa come Napoli, dove l’eccesso è quotidianità, è abitudine. Ma l'unico eccesso di Josè Maria è stato la professionalità donata ai tifosi fino all’ultimo giorno in maglia azzurra, la sua abitudine è stata allenarsi oltre le sue forze per trasformare quel suo fisico esile in una potenza in campo ed essere sempre a disposizione del mister percorrendo quella fascia instancabilmente dalla difesa all’attacco come solo un grande può fare. Callejon non è quello che ha cercato fama e approvazione, ha solo lavorato tacitamente per ben sette anni ed ha pianto lasciando lo stadio ancora una volta in silenzio, senza troppe ammoine e senza i suoi tifosi, ma consapevole che in quel posto lascia un pezzo di anima. E chi ama il calcio non può non amarlo: sarà per questo che le piazze virtuali sono piene del suo nome, come non accadrà per Milik o per Allan, anche loro partenti. «Non sarà mai un addio, sei impresso nei nostri cuori», scrivono i napoletani.
Ma c’è ancora una gara da giocare, sperando ne seguano altre. E la domanda implicita dei social è: siamo pronti? C’è chi punta sulla situazione disastrosa in casa Barcellona sperando possa condizionare Messi e compagni. Altri scrivono: «Ma dove ci avviamo se facciamo sta fatica con squadrette di Serie A?». Non sarà facile, ma Napoli spera nell’impresa. Qualche napoletano è pronto ad arrivare a piedi a Pompei, come da tradizione. Altri hanno talmente tanta fiducia in questa squadra che leggono già nella gara con la Lazio quei segnali che potrebbero portare gli azzurri ai quarti di finale. E poi c’è persino chi va oltre e fantastica di buttare fuori dalla Champions i rivali bianconeri. Mancano pochi giorni e lo sapremo, mentre la città freme e spera di scrivere la storia. Tutto può succedere al Camp Nou in questa straordinaria gara di agosto, e a volte la realtà supera persino la fantasia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino