Napoli-Liverpool, il vero pericolo per gli inglesi era Anguissa

Napoli-Liverpool, il vero pericolo per gli inglesi era Anguissa
Spiace umanamente per i tifosi del Liverpool. Ma non solo e non tanto per i quattro palloni rimediati ieri in una serata che rimarrà nella storia non solo del Calcio Napoli...

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Spiace umanamente per i tifosi del Liverpool. Ma non solo e non tanto per i quattro palloni rimediati ieri in una serata che rimarrà nella storia non solo del Calcio Napoli ma proprio della Champions League perché una squadra sfrontata, impudente e sfacciatamente bella ha messo praticamente sotto per novanta minuti i vice campioni d'Europa quanto perché questi poveri maronni che sono venuti a Napoli a vedere la partita non solo se ne devono tornare a casa mazziati ma pure in qualche modo curnuti perché di Napoli, per via delle raccomandazioni terroristiche ricevute dalle loro autorità locali, non hanno visto praticamente niente.

«State in albergo, non andate al centro, non bevete e non mangiate niente» avevano detto con fare allarmistico gli inglesi e così i poveri tifosi dei Reds, che già nella loro città devono vivere spalle al muro per via delle continue risse e guerre tra gang rivali, non hanno potuto nemmeno godersi la vigilia in pace. Per via di raccomandazioni rivelatesi, peraltro, totalmente inutili visto che l'unica cosa di cui dovevano avere paura gli inglesi erano i piedini di Frank Anguissa. È stato lui, infatti, con il preziosissimo aiuto di Zielinski, Lobotka e Kvaratskhelia, a mettere subito le cose in chiaro al Maradona: questa è casa nostra e qua non si passa. Per la prima volta, forse, il Napoli ha chiaramente fatto intendere agli avversari (e che avversari) che lo stadio che porta il nome di Diego Armando Maradona non è uno stadio qualunque e nessuno che vi fa ingresso può sperare di uscirne intero. E lo ha capito benissimo pure il Cholito che dopo tre minuti ha segnato il suo primo gol in Champions e ha pianto tutte le sue lacrime. 

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Il Mattino