I risultati sono figli delle prestazioni: così recita un vecchio luogo comune spesso menzionato dagli allenatori, in particolare se questi risultati sono positivi,...
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Dopo le sette reti subite nelle prime due gare, la necessità principale, dichiarata dallo stesso Ancelotti, era quella di sistemare la fase difensiva. Il tecnico non ha cambiato sistema di gioco: senza palla, il Napoli gioca da più di 12 mesi (secondo tempo di Samp-Napoli 3-0 della scorsa stagione) con il 4-4-2. Disponendolo, inoltre, anche con la ricerca degli stessi principi: pressing con baricentro alto, prime due linee di pressione che cercano di frapporsi alla prima costruzione avversaria, accettare l'uno contro uno per sfruttare la velocità in ripartenza, facendo dell'anticipo e del duello individuali la più grande frattura con il calcio sarriano. Se contro la Juventus, però, sono stati 7 i tiri concessi nello specchio difeso da Meret (con 3 gol subiti più l'autorete), lo si deve anche ad indici più bassi che in altre gare: il Napoli vinse, a Torino, il 57.4% dei duelli difensivi, recuperando 54 palloni. Il senso di questi numeri lo si comprende paragonandoli alle due sfide successive: contro la Samp cresce la percentuale dei duelli difensivi vinti (61.9%), si abbassano notevolmente i tiri concessi nello specchio (2), mentre sono 72 i palloni recuperati. Contro il Liverpool sono ancor di più i palloni recuperati (76), ancor più alta è la soglia di contrasti vinti (62% netto), mentre 4 sono le conclusioni verso lo specchio concesse.
Con meccanismi più sincronici, diventa più semplice anche evitare il ricorso al fallo per spezzare l'azione avversaria: contro la Juve sono stati 13 i falli commessi, così come 13 furono quelli della Juventus. Non è un caso, invece, che contro la Samp i falli fatti siano stati 6. Ancora più spiccata la differenza nel match con il Liverpool: il Napoli ha commesso 4 falli nell'arco dei 95 minuti , mentre sono 10 quelli fatti dai Reds, maggiormente indotti all'errore.
Altro topos espresso spesso dagli allenatori è quello legato alla gestione della palla come miglior viatico per raggiungere un upgrade in difesa. Il Napoli post ko dell'Allianz ha trovato in una migliore gestione del palleggio una chiave importante. Contro la Juventus, a fronte di 459 passaggi riusciti, il 33% degli stessi è stato fatto in avanti per costruire in verticale. La percentuale dei passaggi in avanti è stata, invece, del 64.2% con la Samp e del 40% con il Liverpool, abbassando in modo consistente il numero dei tocchi fatti in orizzontale. Una costruzione più diretta che ha condotto il Napoli a migliorare lo score dei tiri indirizzati verso lo specchio.
Perché se sono state 3 le conclusioni che hanno centrato la porta avversaria a Torino, si passa alle 6 trovate contro la Samp ed alle 5 scagliate verso i pali difesi dallo spagnolo Adrian in Champions. Ai fini di quest'analisi statistica, ovviamente, non si considera che evoluzione hanno avuto le conclusioni prese in esame, anche se, come contro la Juventus, tutti i tiri siano poi finiti in rete.
Migliorata è stata anche la velocità del Napoli di far girare il pallone in velocità: se contro la Juventus la media è stata di 18.64 passaggi ogni minuto di possesso palla (la più bassa nelle quattro gare ufficiali in stagione), dopo la sosta, il Napoli ha alzato il ritmo. Contro la Sampdoria, sono stati 20.21 i passaggi in un minuto di possesso palla, con un'elevata rapidità nel possesso anche rispetto alla scorsa stagione, mentre contro il Liverpool la media è stata di 19.14 passaggi in un minuto di possesso, dimostrazione che anche affrontando un pressing molto alto e denso come quello dei Reds è possibile lo sviluppo una manovra fluida e rapida verso la trequarti avversaria. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino