La delusione non è scivolata via. Così come la rabbia. Vip, intellettuali e semplici tifosi azzurri continuano ad autoproclamarsi i veri campioni d'Italia....
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«Lo scudetto della Juventus non è ingiusto ma semplicemente illegale ha sottolineato Maresca perché conquistato a dispetto delle regole. Ho chiesto ad alcuni esperti di diritto sportivo di istituire una classifica legale che si possa basare sui torti e sui favori arbitrali ricevuti durante la stagione. Ci sono alcuni episodi che non possono passare inosservati, mi riferisco ai vantaggi ricevuti dalla Juventus nelle partite contro Cagliari, Lazio e Inter. Forse non è un caso che Napoli e Lazio siano stati i club maggiormente penalizzati».
Non è stata l'unica provocazione lanciata dal magistrato napoletano, la seconda farà sicuramente discutere: «È l'illegalità ad allontanare la gente dagli stadi. Davvero gli juventini credono di essere i più furbi quando espongono nel loro stadio e sui profili istituzionali della società il logo dei 36 scudetti? A questo punto dico al presidente De Laurentiis: visto che ci sentiamo i veri vincitori del campionato, mettiamo sulle nostre maglie lo scudetto con il numero tre. Perché le regole o valgono per tutti o non devono valere per nessuno».
Nella sala dell'hotel Parker's s'è discusso di come la narrazione abbia scavalcato il fatto: fenomeni della comunicazione, si parla e si esalta cioè il Napoli che non ha vinto e non la Juventus, che reclama complimenti che nessuno le riserva. Maurizio de Giovanni ha un altro suggerimento da girare al presidente della società azzurra: «Il gol di Koulibaly a Torino ha attivato gli anticorpi che si sono poi scatenati la settimana successiva durante Inter-Juventus: Orsato ci ha fatto capire come funziona il sistema arbitrale. Del modo di comportarsi degli juventini in campo e fuori ride tutta la stampa internazionale. Così come non si può restare silenti di fronte all'atteggiamento barbaro di insultare città e squadra, fenomeno che viene replicato in quasi tutti gli stadi. Consiglio a De Laurentiis di far uscire dal campo la squadra tutte le volte che si ascoltano insulti razzisti: meglio perdere sempre tre a zero ma difendere a testa alta la civiltà e la dignità del nostro popolo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino