Mertens e Callejon, l’asse del gol «Una vittoria da grande squadra»

Mertens e Callejon, l’asse del gol «Una vittoria da grande squadra»
Inviato  a Milano Nel salotto dove c’è il profumo del calcio italiano, Mertens allarga le ali e plana sul Milan con due colpi di magia. Però poi sbaglia...

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Inviato  a Milano

Nel salotto dove c’è il profumo del calcio italiano, Mertens allarga le ali e plana sul Milan con due colpi di magia. Però poi sbaglia tanto, tantissimo, tutte le occasioni d’oro che gli capitano tra i suoi deliziosi piedi fatati e che avrebbero consentito di vivere meno patemi. Dries fa il fenomeno, in tutti i sensi. Da quando è falso nove è divenuto mostruoso. Di che razza di pasta è fatto questo giovanotto che a 29 anni sembra essere sbocciato in un tipo alla Garrincha, che salta gli uomini, fa colpi di prestigio, regala assist, taglia il campo con i suoi lanci, ha occhi anche dietro la testa e almeno per una notte sembra davvero quasi più forte di Messi. 


Nove minuti per fare due regali a Insigne e a Callejon e per ipotecare la corona di re della serata che poi finisce a Lorenzo. «No, io non firmo per il secondo posto», dice il belga. Domina il Milan all’inizio, non lo ferma nessuno. Né lui e neppure Insigne. «Dovevamo vincere, e lo abbiamo fatto. Sono contento». C’era anche un rigore su di lui, che Rocchi però non ha visto.
 
Galliani piomba nello spogliatoio azzurro per fare i complimenti per la prova del Napoli. «Davvero potete arrivare lontano», dice. Sono tutti felici, gli azzurri. Anche perché non è stata una settimana semplice, con i difensori che sono caduti uno alla volta come le mosche. Ed è felice anche José Callejon che torna al gol dopo quasi tre mesi. L’ultima volta allo Juventus Stadium, anche lì un colpo da maestro. Quella volta un gol amaro, perché furono i bianconeri a vincere. Stavolta no: un gol, il suo ottavo in campionato, che vale tre punti e il secondo posto almeno per una notte. «Noi non siamo l’anti-Juve, noi siamo il Napoli». Bell’effetto sentirlo dire qui a San Siro, dove la Juve ha perso due volte (col Milan e con l’Inter) e dove il Napoli è sceso in campo padrone della situazione come solo una grande squadra può fare. «C’è stato l’effetto Maradona, è stato emozionante vederlo e conoscerlo. Spero che si sia diverito a vederci battere il Milan». Cosa che al grande Diego, nel mese di gennaio, nei suoi glorioso anni, non riusciva mai qui a San Siro: eppure il Napoli stravolge anche questo tabù, perché alla prima trasferta dell’anno, a Milano, Sarri vince. «È una vittoria che vale molto, conquistata stringendo i denti, ma l’abbiamo meritata soprattutto per il modo con cui abbiamo ottenuto i tre punti. Volevamo dimostrare a tutti di avere una mentalità vincente e ci siamo riusciti». Ha ragione ad essere così, Callejon. È il decimo risultato utile consecutivo in serie A, perché gli azzurri non perdono proprio da quella notte sciagurata di Torino. 


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