Il calcio lo fanno le persone, i campioni più delle tattiche, gli individui più delle strategie. Napoli-Milan non sfugge alla regola, è un grande incrocio di...
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Quest'anno ha cominciato da centrale, ha proseguito da trequartista (ha giocato così nello 0-4 di San Siro) e poi si è ritrovato ala sinistra. Un po' il destino di Lorenzo, vero? Anche lui, da trequartista dietro alle due punte, non si è mai trovato completamente a suo agio. E così Sarri lo ha riportato lì dove Zeman lo ha forgiato e Lorenzo ha restituito la cortesia con la migliore stagione della sua carriera (tra i gol, anche la perla proprio a Milano contro i rossoneri nella partita di andata).Ai lati esterni del prato, lui e Bonaventura possono arrecare a chiunque carestia e devastazione. Sarri lo sa e ha provato a spiegare a Callejon e a Hysaj che dovranno avere ancor di più le antenne drizzate. Non solo capaci di fare gol, ma tutti e due capaci di partecipare alla costruzione del gioco, a dannarsi l'anima nei recuperi, non disdegnando per l'appunto gli assist. Mica per nulla, Lorenzo indosserebbe il nobile numero 10 con classe e disinvoltura se solo quella maglia non fosse stata ritirata in onore del mito di Maradona. Lorenzo ha un grande sogno: conquistare lo scudetto con la maglia più amata, quella della propria città. I due sono stati insieme nel clan della Nazionale solo per qualche ora: a Coverciano, a inizio ottobre. Poi Insigne fu costretto a rientrare a Napoli a causa dell'infortunio rimediato proprio col Milan due giorni prima. Bonaventura è stato convocato dal ct Conte le ultime quattro gare, ma è andato sempre solo in panchina. Bonaventura è la nona volta che affronta il Napoli: ha segnato in due occasioni. La prima quando era all'Atalanta (l'11 aprile del 2012), la seconda nel dicembre del 2014, nel 2-0 con cui il Milan piegò gli azzurri di Benitez a San Siro. Lorenzo è alla settima sfida ai rossoneri contro cui non ha mai perso: 4 vittorie e due pareggi con il numero 24 in campo.
Tre i gol all'attivo: la doppietta dell'andata, e il gol del momentaneo 2-0 (finì poi 2-2) del match al San Paolo del novembre del 2012.Ovvio che due tipi così facciano gola a tanti in Europa. E non è un mistero che Carlo Ancelotti abbia da tempo manifestato la voglia di fare incetta di talenti della serie A: Higuain su tutti, ma anche Insigne e Bonaventura. E chissà per chi dei tre stasera si muoverà «herr direktor» Michael Reschke, il dt del Bayern Monaco che questa sera sarà in tribuna ad assistere al match tra Napoli e Milan e che sicuramente non perderà occasione per scambiare due chiacchiere prima e dopo la gara con De Laurentiis e Galliani. Più volte il presidente del Napoli ha blindato i suoi due talenti: ha spiegato che non ha alcuna intenzione di cedere i gioielli del suo club a meno che, e il discorso vale solo per il Pipita, non spunti qualcuno disposto a pagare per intero la clausola rescissoria da 94 milioni. Chiaro, in Europa nessuno ha le potenzialità economiche e finanziarie dei panzer bavaresi: evidentemente, se il Bayern dovesse davvero andare all'assalto di uno tra Insigne e Higuain, sarebbe molto complicato per il Napoli alzare le barricate. Ma questa non è storia da affrontare in questi giorni. È la notte di Insigne e Bonaventura che inseguono l'Europeo attraverso il Napoli e il Milan e i rispettivi traguardi: lo scudetto e il ritorno in Champions League. Tra i due adesso ci sono tredici punti di differenza, un abisso. E Lorenzo vuole che questa sera diventino sedici. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino