In principio ci furono Diego e quella clamorosa punizione che i napoletani hanno visto rivisto negli ultimi trentatré anni. Il piede era sempre mancino, i metri dalla...
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Sì, perché un gol così Arek lo aveva già fatto in azzurro, qualche settimana fa a Cagliari decidendo un match sporco che solo il colpo di genio poteva risolvere. Milik-bis, quindi, si è attrezzato anche contro la Lazio: Callejón l’aveva sbloccata da poco e serviva il colpo di grazia. Il polacco non se l’è fatto ripetere due volte e ha steso i biancocelesti. Due gol di fila con quella che ora sta diventando la mattonella preferita, due come era capitato anche a Maradona in quella stagione 1985-86 contro Juventus e Torino. «Le gerarchie sulle punizioni sono chiare: in quel punto del campo ci sono Milik e Mario Rui, dall'altra parte Mertens e Insigne», aveva detto Ancelotti dopo il gol di Cagliari che aveva riportato il Napoli a segnare da calcio piazzato dopo un digiuno lungo ventisette turni. Prima di Arek ci era riuscito Mário Rui, sempre a Cagliari, nel dicembre 2017.
Il Napoli ha un nuovo cecchino? Arkadiusz è solo l’ultimo di una lunga serie di attaccanti azzurri specializzati nel calcio da fermo. Higuain a parte, tutti i bomber che si sono alternati negli ultimi anni hanno saputo fare la differenza. I due gol realizzati su punizione fanno il paio con quelli segnati da Insigne nella stagione 2015-16 contro Milan ed Empoli o quelli di Edinson Cavani nel 2012-13 contro Dnipro e Torino. A tre, invece, ci era arrivato Dries Mertens nella stagione 2016-17 con le reti al Benfica, al Bologna e poi all’Empoli. Un record che Milik vorrebbe eguagliare e battere nei prossimi mesi. I tifosi, in rete, avevano anche cominciato a chiamarlo «Maramertens», ma ora che un altro mancino si è messo a segnare così, non c’è più bisogno di scomodare paragoni illustri. Basta godersi la prossima punizione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino