Napoli, Pasqua di solidarietà: pacchi di cibo per i più bisognosi

Napoli, Pasqua di solidarietà: pacchi di cibo per i più bisognosi
Sono gesti che restano nel cuore di chi li compie, sono gesti che restano nell'animo, oltre che nella disponibilità di chi li riceve: ed è per questo che sono...

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Sono gesti che restano nel cuore di chi li compie, sono gesti che restano nell'animo, oltre che nella disponibilità di chi li riceve: ed è per questo che sono gesti, quelli di solidarietà, che non vengono sbandierati, anche se vengono fatti da chi è sempre sulla bocca di tutti, come un calciatore, soprattutto in una piazza come Napoli. Ed è per questo che Kalidou Koulibaly, supportato dall'amico Mauro Ronga, ha messo all'asta sul profilo Instagram di quest'ultimo una sua maglietta, quella della sfida al Liverpool, quella di una trionfale notte al San Paolo, quando si poteva affollare uno stadio. Il ricavato servirà ad uno scopo importante: formare un fondo sul quale aggiungere un proprio contributo e sostenere 500 famiglie tra Napoli e provincia che vivono in condizioni di difficoltà, acuite dalla pandemia. Sarà un pacco pasquale completo di ogni genere alimentare, una spesa molto ricca, con tanto di uova per i più piccini. Uno sforzo importante, il desiderio di fare un atto concreto per la gente di Napoli. Koulibaly non è solo in quest'iniziativa: perché anche Ghoulam, Allan e Mertens hanno voluto dare il loro contributo anche a questa gara di solidarietà con la loro donazione e non è da escludere che da altre magliette, nei prossimi giorni, possano nascere nuove raccolte fondi per alleggerire un periodo che, per i più indigenti, si prospetta particolarmente difficile da affrontare. Ci sarà un'unica regia che farà arrivare le donazioni a destinazione, massimizzando il desiderio di Koulibaly e dei suoi compagni di dare un aiuto.


È stato lo stesso Koulibaly a cercare di capire la strada più adatta: si soffre negli ospedali, ma non bisogna concentrarsi solo a chi sta affrontando il coronavirus in prima linea. Giusto porre, anche, l'attenzione della solidarietà a chi sta soffrendo il riflessi del Covid-19, quelli sociali ed in particolare finanziari. Da qui nasce il senso di un'iniziativa che, per il centrale non è l'unica. Senegalese d'origine e di passaporto, francese di nascita e formazione, Koulibaly non dimentica: con i suoi compagni Mané del Liverpool, Gueye del PSG e con tutti gli altri compagni di nazionale ha avviato una campagna di sostegno per il Senegal, con l'invio di materiale sanitario, partendo dalle mascherine, anche con un aiuto finanziario per contribuire ad evitare il diffondersi della pandemia anche nel paese africano: il rischio che Covid-19 faccia una strage in Africa è molto alta e Koulibaly è da stato subito in contatto con le autorità senegalesi per capire quali fossero le necessità più impellenti. Il legame con il Senegal è sempre molto forte, da capitano della Nazionale è un punto di riferimento per la comunità senegalese a Napoli ed attraverso questa mantiene i contatti con le istituzioni che hanno fatto capire le necessità più immediate.

Inoltre, nato e cresciuto nel piccolo centro di Saint Dié des Vosges (poco più di ventimila abitanti), nel nord-est della Francia, Kalidou non dimentica mai la società che gli ha fatto muovere i primi calci: se generalmente ci sono invii di kit calcistici, in queste settimane si è aggiunto anche materiale quel materiale sanitario fondamentale anche in una realtà di provincia dove, comunque, si sono registrati contagi, facendo lievitare la preoccupazione di Kalidou per il rischio che il coronavirus possa toccare qualcuno degli affetti più cari. Solo nelle ultime ore, però, sono trapelati questi gesti: Koulibaly ha tenuto tutto nella sfera della privacy il più possibile, condividendo tutto con la moglie e con pochissimi amici.

I gesti si moltiplicano anche da parte di altri calciatori del Napoli: David Ospina che ha una scuola calcio in Colombia vuol far in modo che chi lavora nella sua academy non resti senza reddito nonostante il divieto di praticare, anche in Sud America, attività sportiva: ha già corrisposto gli stipendi di marzo e pagherà anche una somma importante ad aprile per consentire il sostentamento anche alle famiglie di chi lavora per il portiere azzurro.

Anche Arek Milik, con il suo ristorante «Food and Ball» a Katowice, in Polonia ha assicurato centinaia di pasti caldi a coloro i quali sono impegnati in prima linea alla lotta al virus. Lorenzo Insigne era stato capofila con la donazione di centomila euro a nosocomi partenopei, il filo diretto tra il professor Ascierto dell'ospedale Pascale ed Aurelio De Laurentiis si è sostanziato in un filo diretto di disponibilità a macchinari e materiale sanitario che il patron azzurro metterà a disposizione dei nuovi reparti di terapia intensiva e sub-intesiva.


Anche Rino Gattuso ha contribuito: attraverso la sua donazione, il suo comune d'origine, quello di Corigliano, ha potuto acquistare un'ambulanza oltre che i tamponi fondamentali per la verifica dell'eventuale contagio.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino