Napoli, ecco il premio Champions: la promessa di De Laurentiis

Obiettivo quarto posto e il sogno dei tre punti col Milan

Osimhen
Mazzarri sa bene come assorbire gli urti del destino o degli errori del passato. Ha deciso di provare a porre rimedio rialzandosi col sorriso: non a caso il Napoli è la...

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Mazzarri sa bene come assorbire gli urti del destino o degli errori del passato. Ha deciso di provare a porre rimedio rialzandosi col sorriso: non a caso il Napoli è la squadra che ha saputo rimontare più spesso lo svantaggio, e ottenere un mucchio di punti, per l'esattezza 15, dopo essere andata sotto, da inizio del campionato. In aiuto del buon umore, arriva anche De Laurentiis che ha già fatto intendere alla squadra, quando ha promesso il premio per la Supercoppa a Riad, che ce ne sarà un altro in caso di arrivo al quarto posto e quindi di qualificazione in Champions League. I premi, si sa, non guastano mai.

Sarebbe sbagliato interpretare come semplice mal di pancia della tifoseria l'impressionante tsunami di critiche che ha travolto De Laurentiis dopo la conferenza dell'altro giorno. Per questo bisogna ritornare a vincere fuori casa: troppo lontano il colpo grosso a Bergamo, il 25 novembre, due mesi e mezzo fa. E troppo pesante, per gli eredi della grande bellezza, il fatto che nelle ultime 4 trasferte di serie A la squadra non ha mai segnato. Un cammino deprimente, c'è poco da fare. Vincere a Milano, contro i rossoneri, non cancellerà le troppe perplessità della stagione ma almeno darà slancio alle ambizioni di questa stagione. Quante squadre possono vantare la qualità di Politano, Di Lorenzo, Lobotka, Kvara, Raspadori, Simeone? Non si riconosce, per il momento, un gioco che faccia fruttare tanta qualità, solo corse sulle fasce che ora sono pure fiacche. Ma ora bisogna anche capire quanti sono i giocatori pronti a buttarsi nel fuoco per un tecnico che ha faticato a prendere in mano il bandolo della matassa.

Gli effetti del periodo disgraziato, mutilato da infortuni di ogni tipo, è praticamente agli sgoccioli: in panchina, a San Siro, tornano anche Meret e Olivera. Mentre Politano è pienamente recuperato. Ieri nella chat della squadra sono arrivati gli "in bocca al lupo" per Osimhen, che ha conquistato la finale di Coppa d'Africa che a lui sta veramente molto a cuore. E ai compagni ha spiegato i problemi fisici che lo stanno tormentando in queste ore, che lo hanno costretto a delle flebo riabilitative e che lo mettono ancora in dubbio per la finale di domenica: ha avuto una gastroenterite. Una infiammazione che ancora non è del tutto scomparsa e che invita lo staff della Nigeria a un po' di prudenza. In questi giorni, contatti diretti tra i medici della nazionale africana e quelli del Napoli, anche per capire il tipo di cure, i medicinali che sta prendendo l'attaccante per superare la sofferenza intestinale. La cui natura, pare, essere infettiva. Dunque, molta prudenza. In ogni caso, Osimhen è atteso a Castel Volturno non prima di mercoledì 14 febbraio. Ma con il Genoa, ci sarà.

Temi caldi per De Laurentiis sono lo stadio e il centro sportivo. A proposito del Maradona, il sindaco Manfredi ha ribadito al presidente del Napoli che la legge sugli stadi prevede che la società che detiene il titolo presenti un progetto. E il primo cittadino di Afragola, Antonio Pannone, a Radio Kiss Kiss ha svelato di aver già avuto contatti al telefono con De Laurentiis: «Vuole realizzare un nuovo centro sportivo sulla base di 130 ettari. Il piano B sarebbe la realizzazione dello stadio, ma l'oggetto del discorso si è incentrato sull'opportunità di costruire la cittadella sportiva che possa accogliere tutte le squadre del Napoli. Con l'approvazione del piano urbanistico comunale stiamo cercando la cornice giusta. A De Laurentiis ho detto che il nostro Comune non è titolare di certe aree ma ci sono condizioni favorevoli per la cittadella sportiva. Parliamo di un'aria vasta in cui con pochi minuti ci sono tutti i collegamenti con l'autostrada, l'asse mediano e la futura linea della Metropolitana, così come la vicinanza dell'aeroporto di Capodichino». Il modello sarebbe quello del Manchester City, non facilmente imitabile per estensione e qualità dei terreni di gioco. Restano i dubbi sui tempi di realizzazione: 24 mesi.

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Il Mattino