A centrocampo vedi Jorginho e Allan correre a perdifiato sino al novantesimo, sulla fascia Hysaj e Callejon sono due motorini inesauribili, davanti Mertens avrà pure un...
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La chiave di una preparazione atletica che sembra davvero dare il passo in più a questo Napoli è Francesco Sinatti, 31 anni, aretino: il segreto del suo lavoro è nella continuità di lavoro settimanale e mensile che tiene conto degli impegni ufficiali. C'è un lavoro quindi costante che tiene conto del rispetto delle caratteristiche dei singoli giocatori (la cosiddetta individualizzazione). Il Napoli corre e corre quasi sempre più degli altri. E più a lungo degli altri.
E c'è anche un altro aspetto nel lavoro di Sinatti: la funzionalità. Perché il lavoro fisico tiene conto dell'aspetto tattico, ovvero del 4-3-3 sarriano e dell'ossessiva esigenza di tenere sempre il pallone. Il generale Inverno non ha fatto tremare le armate di Sarri che, con Sinatti, puntano a una preparazione atletica che deve essere fatta quasi sempre con la palla. O meglio, anche con la palla. Con il numero due dello staff Francesco Calzona e il tattico Simone Bonomi vengono poi analizzati i test atletici e raccolte le informazioni «scientifiche» per poter poi svolgere al meglio il lavoro atletico durante la settimana. Studio e palleggio, dunque. Ma anche scienza e tecnica: e ne nasce così il modello Napoli e uno stile per la preparazione che ha già attirato l'attenzione di tanti. Tra le curiosità, l'uso della scala di Borg. Sinatti alla fine di ogni allenamento chiede ai calciatori il livello di fatica, da un minimo di 1 a un massimo di 10. E questo consente anche di poter modificare eventualmente l'intensità del lavoro successivo.
Il lavoro fisico, secondo Sarri e Sinatti, deve essere adattato alle caratteristiche del singolo. E i modelli di lavoro del professore di Arezzo tengono conto dei ruoli, delle cose che poi il giocatore deve fare nel corso di una partita. Sinatti non ama il lavoro a secco. Sempre meglio la palla, perché solo così si allena la precisione e l'intensità nel breve, si fronteggia l'imprevedibilità, si comprende anche meglio il tipo di distanza della palla dal piede. E a primavera le squadre di Sarri fanno persino bene. Ed è l'obiettivo del lavoro. E ora, con l'Europa League è importante il lavoro di rigenerazione e di recupero anche post gara. E quindi non sorprende la freschezza di Zielinski, capace di entrare e di cambiare il volto di una gara che aveva già preso la piega giusta. I cambi di Sarri sono tutti telecomandati, non c'è mai una variazione sul tema tattico. Eppure il senso di appartenenza del gruppo riesce a far sopperire a certi momenti negativi. E la freschezza atletica è venuta fuori proprio nella ripresa, con Hysaj e Rui che hanno divorato avversari che fino a quel momento li avevano messi in un angolo nella corsa e nel fisico.
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Il Mattino