Il giorno sbagliato di un piccolo Napoli ma lo scudetto è ancora possibile

Il giorno sbagliato di un piccolo Napoli ma lo scudetto è ancora possibile
Brutta serata, quella del 2-4 contro la Roma. La peggiore partita nella stagione il Napoli non doveva giocarla proprio ieri, dopo la vittoria della Juve sul campo della Lazio -...

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Brutta serata, quella del 2-4 contro la Roma. La peggiore partita nella stagione il Napoli non doveva giocarla proprio ieri, dopo la vittoria della Juve sul campo della Lazio - che colpo Dybala - quando mancavano 15 secondi alla fine. Un segnale (sinistro, se visto da questo fronte) a cui gli azzurri non hanno saputo replicare. Pur trovando subito il gol contro la Roma, hanno commesso gravi errori cadendo nella trappola dei giallorossi, tra i quali è emersa prepotente la figura di Dzeko, bomber a cui fa bene l'aria di Napoli: una doppietta come nel 2016, ma allora quella di Sarri era una squadra in costruzione, non come adesso tra le più ammirate in Europa. Il vantaggio sulla Juve è sceso da quattro punti a uno e la Juve deve recuperare tra dieci giorni la partita contro l’Atalanta.

 
Non è bastato uno straordinario e sfortunato Insigne. Un gran gol, poi i suoi tiri sono stati respinti dall’ottimo Allsson. Non convincente il Napoli, lontanissimo da quello ammirato a Cagliari lunedì, anzitutto sotto l’aspetto della determinazione. Più che l’effetto psicologico della vittoria della Juve in extremis a Roma (con l’ombra di un rigore negato alla Lazio), ha pesato l’atteggiamento della squadra, mai aggressiva e fluida nel gioco, anche se alla fine Sarri ha contato undici palle gol contro cinque (peraltro delle quali finalizzate dagli avversari). Inconsistente Callejon, Mertens si è caricato nella ripresa segnando al 91’, il lodato Zielinski impalpabile al posto di Hamsik, dominio romanista a centrocampo, difesa nuovamente poco compatta, con quella leggerezza nel finale di Mario Rui che ha offerto di tacco a Perotti l’assist per il quarto gol. Atteggiamento manifestato dal Napoli fin dal pareggio di Under (deviato da Mario Rui) e non corretto da Sarri nell’intervallo: gli azzurri non hanno tenuto equilibrio in campo e hanno subito pericolosi contropiedi, non superando i due centrali della Roma, né sfruttando le fasce. Di Francesco ha avuto gioco facile a chiudersi e a cercare la ripartenza, riproponendo il copione della partita vinta dalla Juve tre mesi fa a Fuorigrotta. Negli scontri diretti interni con Inter, Juve e Roma un solo punto: c’è da riflettere.
 

Napoli irriconoscibile dopo 10 vittorie consecutive. Un passo indietro che non doveva avvenire proprio nel turno in cui la Juve ha dato una prova di forza, vincendo all’Olimpico una partita che sembrava pareggiata. Un punto di vantaggio, con 90’ in più a disposizione dei bianconeri, è davvero poco. Adesso la squadra deve reagire perché fino al 22 aprile (la data dello scontro diretto a Torino) c’è la possibilità di mantenere la leadership. Il prossimo turno diventa già delicato perché la Juve, reduce dalla trasferta Champions a Londra, ospiterà l’Udinese mentre il Napoli si recherà sul campo dell’Inter. Gli azzurri non smarriscano convinzione in se stessi, il gioco che li ha portati a un punteggio record li può sostenere in questa volata sempre più dura per lo scudetto. La carica arriva anche dai quarantamila che hanno applaudito dopo i quattro gol della Roma. E Sarri non consideri da scudetto soltanto la Juve, in virtù della sua storia, dei suoi campioni e dei suoi fatturati.
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Il Mattino