Quelle parole di Lorenzo Insigne al termine di Sassuolo-Napoli sono ancora nelle orecchie di tutti. «Finché resto qui darò il 100%», in particolare quel...
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Non vogliono credere alla teoria del mal di pancia, neppure quelli che negli anni scorsi hanno conosciuto Lorenzo Insigne dal punto di vista calcistico. Ernesto Apuzzo è stato suo allenatore nella Primavera del Napoli. «Sono convito che le sue parole nel post partita siano stata dettate solo dal momento. Lorenzo è un ragazzo eccezionale e non penso che il suo sia un mal di pancia concordato». Anzi, rilancia. «Mi piacerebbe che durante la prossima intervista possa dire quanto ci tiene al Napoli e che lui con questa maglia ci è nato e ci vuole chiudere la carriera. Sarebbe un bellissimo messaggio». Perché Apuzzo è uno di quelli che crede ancora nelle bandiere nel calcio. «Ritengo che gli applausi dopo il rigore sbagliato contro la Juve abbiano rappresentato un bellissimo gesto da parte della curva del San Paolo. Lorenzo è un patrimonio del Napoli e contestarlo non avrebbe alcun senso. E poi se pure un procuratore avesse voglia di portarlo altrove, l'ultima parola spetterebbe sempre a lui». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Ivan Cané che di Lorenzo è stato anche lui allenatore nel settore giovanile del Napoli. «Sto dalla sua parte e non solo per un fatto affettivo». Diretto e deciso. «Purtroppo è uno dei giocatori più spesso beccati dalla tifoseria, ma dovrebbe anche capire che se diventi un calciatore importante devi saperti assumere onore e oneri». Ma restano le parole durissime dopo il pari col Sassuolo. «Non voleva dire non voglio più critiche, ma perché mi criticano sempre alla prima situazione?». E allora nessun pericolo mal di pancia strumentale. «Lorenzo è un ragazzo maturo e non farebbe mai un giochino del genere. Non tradirebbe mai in questo modo la sua Napoli. Sono convinto, invece, che il suo dispiacere sia quello di non sentire il calore al 100% da parte dei tifosi. Ci sono ancora troppi pareri discordanti sul suo conto. E lui questa cosa la soffre».
C'è però chi non la pensa come loro, anzi, vede nelle parole di Insigne un segnale di insofferenza verso la piazza. Una sorta di indizio per il futuro. «Il sospetto può venire», spiega l'ex rettore Guido Trombetti. «Ha 28 anni e ha cambiato procuratore», e allora ecco spuntare Raiola. «Il procuratore di mestiere fa contratti ed è evidente che l'interesse di Raiola è quello di trovare un modo per fargli cambiare squadra. Ecco che in qualche maniera le sue parole sono un ulteriore indizio». In particolare. «Finché sto qui cosa vuol dire in italiano? Personalmente posso dire che se si sente sottostimato si sbaglia. Se è criticato è solo perché è molto bravo. Da lui ci si aspetta qualcosa di più». E allora il mistero si infittisce. «Mi sembra che l'atmosfera attorno a Insigne è davvero instabile. Detto questo, però, da tifoso e da napoletano mi dispiace perché è un giocatore forte oltre che un prodotto locale». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino