Partendo dal presupposto che da che mondo è mondo il lunedì è il giorno giusto per smettere di fumare, iniziare la dieta, eventualmente iscriversi in palestra...
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Nel primo tempo le cose sembrano andare per il verso giusto. Eccezion fatta per qualche piccolo deficit di comunicazione tra Insigne e Gabbiadini, infatti, nei primi 45 minuti gli azzurri ci provano e dopo qualche vano tentativo Insigne decide di fare da sé e di farlo bene, mettendo dentro uno di quei gol che fa immediatamente dimenticare al San Paolo e più in generale ai tifosi tutte le insicurezze e le strunzat precedenti. Ma un gol è solo un gol e, si sa, se una rondine non fa primavera figuriamoci se un gol fa una vittoria del Napoli. E infatti, nel secondo tempo, puntuale come il citofono appena ti siedi sul gabinetto, inesorabile come ‘o maletiempo a Pasquetta e letale come un mignolino contro lo spigolo del cummò, arriva il gol del pareggio emiliano. Un gol che gela il San Paolo e conferma le previsioni meteo: l’avevano detto che da oggi in città arrivava il grande freddo. Solo che non ci avevano detto che arrivava da vicino Modena. A questo punto, è ormai superfluo domandarsi se il problema sia davvero la mancanza di un centravanti di ruolo o la presenza a intermittenza di portiere e difensori. Più utile sarebbe trovare una cura alla malattia che invece pare inoppugnabile: pareggite. Acuta. Con delle punte non irrilevanti di mala ciorta. Tuttavia, come si dice? «Storta va, diritta viene». Ok, ma quando viene vediamo di non farci trovare come ci siamo fatti trovare sul gol di Defrel sennò stamm ‘nguaiat! Leggi l'articolo completo su
Il Mattino