Napoli, l'ex Renica ci crede: ​«Koulibaly leader da scudetto»

Napoli, l'ex Renica ci crede: «Koulibaly leader da scudetto»
Tra quelli che hanno vinto tutto negli anni d'oro del Napoli di Maradona, c'è Alessandro Renica. Ha indossato la maglia azzurra dal 1985 fino al 1991 e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Tra quelli che hanno vinto tutto negli anni d'oro del Napoli di Maradona, c'è Alessandro Renica. Ha indossato la maglia azzurra dal 1985 fino al 1991 e nell'arco della sua avventura a Napoli ha giocato tante indimenticabili sfide contro il Milan.

E allora partiamo subito forte: quella che ricorda con più piacere?
«Il 2-1 nell'anno del primo scudetto, stagione 1986-87».

Perché?
«Quella partita e quella vittoria contro il Milan fu fondamentale perché venivamo da una sconfitta pesante, a Verona, e avevamo perso un po' di certezze. Il rischio di un crollo psicologico e fisico era dietro l'angolo e la sfida contro il Milan poteva essere una trappola».

E invece?
«Vincemmo 2-1 con un bellissimo gol di Maradona: lui che fa una giocata mozzafiato passando tra Maldini e Baresi. Non ci sono dubbi: quella è stata la partita della svolta. Ci ha dato un ulteriore slancio che il traguardo si stava avvicinando. Mancavano sempre meno partite e la reazione dopo una brutta sconfitta era necessaria per evitare di compromettere tutto quello che avevamo fatto prima».

Mentre la sfida che ricorda con più amarezza?
«Quella dell'anno dopo: quando perdemmo 2-3 in casa. E pensare che per me eravamo ancora più forti dell'anno del primo scudetto. Anche per questo provo ancora molta rabbia».

A distanza di anni ha provato a spiegarsi quella sconfitta?
«Ci furono vari fattori. Bagni aveva il ginocchio che non gli permetteva più di avere prestazioni ad altissimo livello, ma tutta la squadra era stanca. Ci era successo anche l'anno prima, ma per nostra fortuna non avevamo nessuna rivale dietro che ci ha creduto. Quell'anno, invece, il Milan aveva una rosa anche più profonda della nostra e riuscì a superarci. Ancora non mi capacito della nostra resa».

Ma veniamo all'attualità: che ne pensa di questa nuova rivalità tra Napoli e Milan?
«Fa piacere rivedere questa sfida, soprattutto per i napoletani che meritano di vivere ancora quelle emozioni forti dei nostri anni. Il Napoli deve essere bravo a non cedere alle pressioni e prepararsi psicologicamente anche perché ora mancano 11 giornate, ed è giusto stare sempre sul pezzo senza demoralizzarsi o esaltarsi troppo dopo ogni singola partita».

Domenica chi sarà decisivo?
«Koulibaly è l'uomo che deve infondere sicurezza al Napoli. Ha l'esperienza e la qualità per farlo».

E nel Milan?
«Spero che non recuperi Ibra, perché già l'anno scorso ha dimostrato di poter fare molto male al Napoli».

Ma lei, da ex difensore, chi non vorrebbe marcare dell'attacco del Milan di oggi?


«Di sicuro mi sarei studiato bene i movimenti di Leao. Ha dei colpi davvero incredibili, anche se forse è ancora un po' troppo discontinuo. Alle volte sembra Mbappé, magari meno veloce, ma se Di Lorenzo è in giornata non lo supererà facilmente». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino