Scudetto Napoli, De Laurentiis chiami anche gli azzurri del 2004

La squadra che partì dal 3-3 col Cittadella merita l'abbraccio di Napoli

Il primo Napoli di De Laurentiis
Prefetto, sindaco, questore e presidente del Napoli si sono riuniti anche all'indomani della sconfitta contro il Milan per fare il punto sui programmi per la festa...

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Prefetto, sindaco, questore e presidente del Napoli si sono riuniti anche all'indomani della sconfitta contro il Milan per fare il punto sui programmi per la festa scudetto. Si può, e si deve, andare oltre la scaramanzia, avendo Spalletti e gli azzurri segnato già un ampio distacco rispetto alle inseguitrici.

Deve essere una festa di tutta Napoli ma nessuno sarà padrone della piazza, come pretenderebbero alcuni gruppi ultrà. E a questa festa sarebbe giusto invitare i primi azzurri, quelli della Napoli Soccer 2004-2005, società creata da De Laurentiis dopo aver rilevato il titolo della fallita Ssc Napoli. Li ricordate i ragazzi che andarono con Gian Piero Ventura in ritiro a Paestum? Quelli che non avevano né maglie nè palloni? E che provarono i primi schemi sul campo alle spalle dell'hotel Ariston, per molte settimane la base operativa del Napoli?

Noi li ricordiamo. E a quei ragazzi siamo rimasti legati perché accettarono una sfida, lasciando perfino club di serie A, come Roberto Sosa detto El Pampa, convinto dal dg Pierpaolo Marino a trasferirsi da Udine a Napoli. Quei ragazzi meritano un posto sul palco insieme a tutti quelli che hanno messo un mattoncino dopo l'altro, in C, in B e nei primi anni di A, quando un posizionamento nella parte più alta della classifica e una partecipazione alle coppe europee erano un miraggio. 

Noi li ricordiamo con le maglie celesti senza sponsor in quella partita del 26 settembre 2004 contro i veneti del Cittadella, davanti a 45770 spettatori. Numerazione dall'1 all'11, non fu possibile evitare di giocare con la 10 che appartenne a Diego perché il presidente della Lega Pro, il ragioniere Macalli, non volle ascoltare le sentimentali ragioni del Napoli. Finì 3-3 ma il risultato, quella domenica, non interessava. Contava, invece, rivedere gli azzurri sul prato del San Paolo a due mesi dalla messinscena organizzata da Gaucci e dagli ultrà del gruppo Orgoglio Partenopeo: per fortuna, la società non finì in quelle mani. 

Belardi, Ignoffo, Scarlato (il capitano), Savino, Toledo, Montervino, Gatti, Corrent, Mora, Berrettoni, Sosa. E poi Gianello, Terzi, Montesanto, Pozzi, Corneliusson, Abate e Varricchio. Fate spazio, sul palco devono esserci anche loro.

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Il Mattino