Il duello scudetto è già Juve-Napoli, le due regine hanno allungato il passo su Inter e Roma. Un duello a tutto campo con gli azzurri che hanno sicuramente...
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Le differenze. Il gioco di Sarri riesce ad esaltare gli attaccanti in rosa e quest'anno senza Higuain, che era il punto di riferimento fisso della manovra, sono ancora maggiori le opportunità per tutti gli altri del reparto offensivo, a cominciare dagli esterni. Una mentalità sempre propositiva, una squadra che mantiene costantemente il possesso palla per sviluppare la manovra nella metà campo avversaria: gli azzurri hanno proseguito sul filone dello scorso campionato e restano letali le giocate degli attaccanti. La Juve di Allegri invece prevede una maggiore distribuzione in termini di gol tra i vari interpreti, compresi difensori e centrocampisti: una squadra che sfrutta maggiormente la fisicità e gli inserimenti di centrocampisti e difensori in zona gol. Due gol li ha realizzati il tedesco Khedira e uno Pjanic, poi l'apporto di tre difensori (Dani Alves, Lichtsteiner e Rugani) e due autoreti. Mancano ancora all'appello, quindi, tutti gli altri attaccanti: l'anno scorso a fine stagione i quattro attaccanti portarono in dote complessivamente 41 gol (19 Dybala, 10 Manduzkic, 7 Morata e 5 Zaza).
Milik-Gabbiadini. «La squadra c'è sempre. Abbiamo preso altri tre punti. Prossima fermata? Champions!», ha scritto Milik su Facebook. Felice come se avesse segnato il polacco che invece contro il Chievo Verona ha giocato nel secondo tempo e non ha avuto opportunità per segnare. Il gol lo ha segnato Gabbiadini, una rete importantissima che l'ha sbloccato dopo cinque partite di digiuno. Quest'anno non c'è più il centravanti titolare e intoccabile come Higuain ma due interpreti (Milik e Gabbiadini) che potranno essere alternati in base alla condizione di forma e alle esigenze della partita. Più centravanti di manovra Milik, attacca la profondità e fa salire la squadra, più bomber da ultimi sedici metri Gabbiadini che però sta lavorando per muoversi al meglio negli schemi di Sarri. «Grande serata, felice per il gol e per la vittoria», il tweet nell'immediato post partita dell'attaccante bergamasco che ha ritrovato il sorriso esultando come non mai. Milik e Gabbiadini chiamati a raccogliere un'eredità pesantissima, quella del Pipita che da solo di reti ne mise a segno 36 stabilendo il record storico di tutti i campionati di serie A.
Migliore attacco. Quello di Sarri con 14 gol in sei partite è il miglior attacco della serie A, primato condiviso con la Roma che ha segnato lo stesso numero di gol acciuffando ieri gli azzurri con il rigore di Totti. La Juve di reti ne ha segnate 12, quindi, due in meno: più staccata l'Inter a 8 gol. Si ripete la situazione dello scorso campionato quando Napoli e Roma risultarono alla fine gli attacchi più forti della serie A (i giallorossi di Spalletti chiusero a 83, gli azzurri di Sarri a 80) e la Juve terminò più dietro (75 le reti in totale dei bianconeri).
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Il Mattino