Napoli, Lozano è la nota stonata: sostituito, non va in panchina

Napoli, Lozano è la nota stonata: sostituito, non va in panchina
Il mantra di Spalletti ha trovato conferma ieri sera: con i cambi, si può impostare un'altra partita. E le scelte dalla panchina anche questa volta hanno pagato....

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Il mantra di Spalletti ha trovato conferma ieri sera: con i cambi, si può impostare un'altra partita. E le scelte dalla panchina anche questa volta hanno pagato. Fortuna o intuizione (l'ennesima) giusta del proprio allenatore, sta di fatto che il tecnico di Certaldo ha rivoltato formazione gara come un calzino. Perché si stava mettendo maluccio tra rigori sbagliati, pali colpiti e occasioni sprecate, soprattutto perché il Torino stava rimettendo la testa oltre la propria metà campo, in attesa del colpaccio finale. La panchina azzurra non s'è persa d'animo, non ha assistito impotente al pressing asfissiante dei centrocampisti granata che ha tolto spazio e fiato a Fabian Ruiz e Zielinski, non ad Anguissa che è stato il migliore della mediana partenopea. 

Ha fatto però discutere la sostituzione di Lozano (e fatto arrabbiare il messicano), entrato per un Politano testardo nel dribbling e troppo lento nell'impostazione sulla fascia. Quasi svogliato, il cambio ci stava tutto anche se il Chucky ha fallito l'impatto con il match: i primi due palloni toccati li ha sprecati malamente sul fondo, poi ha ripreso a far correre le gambe, un primo scatto ha fatto intendere che poteva far male. Sarebbe stato un cambio perfetto se avesse fatto gol, anziché stampare il destro sul palo. Quando però s'è fatta di necessità virtù, cioè quando s'è trattato di difendere il prezioso gol di Osimhen, Spalletti non s'è fatto scrupolo di sostituire il messicano e mettere dentro Juan Jesus, passando a cinque in difesa. Lozano l'ha presa malissimo, prima con una smorfia quando il tabellone ha evidenziato i numeri della sostituzione, poi gesticolando sotto il settore distinti e lamentandosi, ovviamente all'indirizzo della panchina. Delusione diventata rabbia quando ha imboccato la via degli spogliatoi senza assistere dalla panchina agli ultimi minuti della gara. «Resta qui Chucky» gli ha chiesto capitan Insigne, andandogli dietro. Il messicano ha fatto spallucce ed è andato via. Ha sbollito in parte la delusione complimentandosi con i compagni e memorizzato la giustificazione che gli è stata data dal tecnico: nessun caso, ci sarà oggi un ulteriore chiarimento con tanto di scuse, quando il Napoli si ritroverà a Castel Volturno per preparare la sfida di Europa League contro il Legia Varsavia. 

La prima decisione Spalletti l'aveva presa nei giorni scorsi, quando tutti davano per scontata la presenza di Meret tra i pali. Invece aveva già scelto Ospina, consapevole che il numero uno colombiano sarebbe stato l'ultimo ad aggregarsi al gruppo dopo il tour oltreoceano con la sua nazionale. Ha avuto ragione perché sullo zero a zero la parata, anzi il miracolo di Ospina su Brekalo ha allontanato lo spettro della beffa. Resta ora da vedere come proseguirà la gestione di Meret, scivolato a riserva pur essendo partito a inizio stagione titolare fisso. «Abbiamo un grande rapporto, nessun problema tra di noi - ha precisato Ospina - Alex è bravissimo, l'Italia ha un ottimo portiere per il futuro». Le scelte fatte in corsa ieri sono invece quelle che hanno cambiato il destino della gara. Mertens ha preso il posto di Zielinski, sacrificato tra i dirimpettai granata abili nel portare un pressing intenso e continuo, Ciro invece nella seconda metà della ripresa ha arretrato di più rispetto alle proprie abitudini tattiche, giocando in verticale con Osimhen e garantendo qualche accelerazione in più rispetto al polacco, stranamente scomparso dai radar nelle ultime settimane. E c'è lo zampino del belga nel gol della vittoria. 

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Il Mattino