«Come mi sento? E non la vedi la faccia appesa? È stata una nottataccia, qui siamo tutti amareggiati». Frattamaggiore, via Roma 180: il regno di Lorenzo il...
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La gente va e viene, si ferma, legge il giornale, ognuno dice la sua. Ma per tutti Insigne è intoccabile, va solo aiutato in questo momento difficile. La crisi se c'è è di tutti e non certo solo sua. E guai a parlare di rinnovo del contratto: «Io so tagliare i capelli, se non vengo pagato mica smetto di farlo: se uno ha un talento, lo mette in pratica al di là dei soldi», dice ancora Enzo, che continua: «Secondo me i tifosi nemmeno si rendono conto di quanto sia forte Lorenzo Insigne. Può fare molto di più, ma ha bisogno di un ambiente diverso: meno critiche feroci e più comprensione». E però l'idea che il giovane attaccante frattese possa fare armi e bagagli e lasciare Napoli, per cercare fortuna altrove, non sfiora nemmeno gli amici. Giuseppe ragiona: «Forse cambiare aria gli farebbe bene, ma lui non lascerebbe mai il Napoli. A questa squadra è affezionato e se ieri ha pianto è proprio per la delusione: ma se quel rigore fosse entrato, noi oggi staremmo parlando di un eroe». I due, pochi minuti dopo il fischio finale, lo hanno anche contattato: «Gli ho mandato un sms. Mi ha risposto con un cuoricino», dice Enzo.
Il risentimento, nella Frattamaggiore dove lui torna spesso e non solo a tagliare i capelli ma pure a far aggiustare l'automobile e a comprare vestiti, è rivolto tutto ai detrattori di Lorenzo. Che poi, stringi stringi, sono i leoni da tastiera, quelli che usano facebook per insultarlo: «È tutta colpa dei social network. Se ce l'avessero davanti non si permetterebbero mai di prenderlo a parolacce». Mercoledì, però, nemmeno lo stadio ha risparmiato il 24 azzurro: quando è stato sostituito si sono sentiti fischi e improperi. Sulla questione il dibattito si accende, per Giuseppe «si tratta di accuse irragionevoli. Un amico che era in curva mi ha detto che ad un certo punto se la prendevano anche con noi per il taglio di capelli: ma cosa c'entrano i capelli?». Un altro, presente al San Paolo, giura: «I fischi arrivavano soprattutto dalla zona dove stavano i tifosi turchi». Un tesi deboluccia, in verità, subito smorzata dagli altri: «No, bisogna ammetterlo: a Lorenzo non perdonano niente, se i tifosi lo coccolassero di più lui potrebbe esprimersi meglio».
Ci pensa Vincenzo Insigne a chiudere il discorso. Vincenzo, il cugino carnale, uno dei tanti Insigne che frequentano Hombre: «La verità è che mio cugino è un patrimonio del Napoli e del calcio italiano, ma non tutti se ne rendono conto». Quanto al rigore sbagliato, il leit motiv è sempre lo stesso: «Almeno ha avuto coraggio». Tony e Tobia, che gestiscono Caporale Store, boutique spesso frequentata dal calciatore, lanciano la sfida: «Perché non si sono presentati altri sul dischetto? Ci vuole coraggio ad assumersi certe responsabilità. E Lorenzo è coraggioso». Insomma, Frattamaggiore è un bunker. Un fortino di affetto dentro al quale Insigne può ritenersi al sicuro, nonostante mercoledì sera il suo umore non fosse certo dei migliori, come conferma il suo agente Antonio Ottaiano: «Certo, era dispiaciuto». Quanto al rinnovo del contratto che non arriva, Ottaiano non parla ma da Frattamaggiore commentano: «Ma ve lo immaginate Lorenzo che davanti al dischetto la butta fuori perché non ha avuto il contratto nuovo? Chi dice cose del genere è in malafede Leggi l'articolo completo su
Il Mattino